Attualità

Sperimentazione animale “Il 2025 sia il termine ultimo”

di Ivano Tolettini -


L’Università Alma Mater di Bologna si conferma all’avanguardia nelle “Biotecnologie e modelli animali”, istituendo anche nell’anno accademico 2023/2024 un corso sulla scienza dell’animale da laboratorio e sulle problematiche della sperimentazione animale, ma soprattutto sulle modalità alternative all’uso degli animali da esperimento nella ricerca biomedica. “Lo studente – spiegano all’ateneo – sarà in grado al termine del corso di avere autonomia di giudizio rispetto alla corretta pianificazione di esperimenti che coinvolgono gli animali”.

Il campo sempre più analizzato nelle università europee, quando si parla di Scienza dell’animale da laboratorio, considerando le implicazioni etiche cui tutti i ricercatori analizzano con attenzione, è l’applicazione sempre più estesa del principio delle 3Rs. Esso, com’è noto, ormai è abbastanza datato perché risale ancora alla fine degli anni Cinquanta, quando fu introdotto dagli accademici britannici Russel e Burch, e si basa su tre fondamentali concetti metodologici: il primo è il “replacement”, cioè la completa sostituzione degli animali con metodi alternativi come scopo finale della ricerca; poi c’è la “reduction”, ovvero sia la riduzione del numero di animali utilizzati, tale comunque da ottenere una quantità di dati statisticamente significativa per la sperimentazione, quindi il “refinement”, va a dire il raffinamento delle condizioni sperimentali per ridurre al massimo la sofferenza provocata all’animale. Da diversi anni, però, i centri di sperimentazione più avanzati nel mondo Occidentale – e non solo -hanno inaugurato il passaggio all’utilizzo degli organoidi – come avviene alla Fondazione Città della Speranza di Padova per la ricerca sulle patologie oncoematologiche pediatriche – nella sostituzione completa degli animali. Anche se questo è un obiettivo per adesso non ancora raggiunto, come nello studio del Dna malato dei tumori pediatrici con l’uso sempre più importante negli ultimi cinque anni di modelli cosiddetti organoidi o tridimensionali “sui quali sono testati farmaci di nuova generazione cosiddetti predittivi comprendere che cosa accadrà nell’organismo umano”, come spiega la prof. Martina Pigazzi dell’Università di Padova, del dipartimento di salute della donna e del bambino.

TERMINE 2025
Intanto, fino al 1° luglio 2025 sarà possibile continuare con la sperimentazione animale, leggi vivisezione, negli studi sugli xenotrapianti d’organo, sulle sostanze d’abuso, tra cui appunto rientrano i farmaci. Nel febbraio 2022, durante il governo Draghi, sono state le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera a dare il via libera agli emendamenti al decreto legge Milleproroghe allungando fino all’estate 2025 la sperimentazione, mentre il testo originario prevedeva una proroga di sei mesi. Tra l’altro il governo Draghi in commissione aveva espresso parere contrario alla proroga, ma erano prevalse le spinte corporative e l’esecutivo era stato battuto. “Ha perso la scienza etica e la ricerca innovativa – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – A pochi giorni dall’introduzione di animali e ambiente in Costituzione la proroga immotivata rappresenta un passo indietro di decenni.

Che il 2025 sia il termine ultimo”. Questo se confrontato con altri Paesi europei e gli Stati Uniti, “dove i test senza animali rappresentano una realtà che ha permesso in alcuni settori di abbandonare la pratica della vivisezione, ormai notoriamente obsoleta e contrastata dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica che ritiene inutile continuare a uccidere conigli, cani, scimmie e altre specie per ricerche che possono essere completate in maniera alternativa”. Dunque, ancora nel 2014, e tra qualche mese saranno trascorsi quasi dieci anni, l’Italia ha fatto propria la Direttiva europea sulla protezione degli animali usati per scopi scientifici, ritenendo eque norme più severe per una maggiore tutela degli animali. Tra queste rientrano ovviamente anche i divieti di utilizzo degli animali per la sperimentazione, nonostante questo l’Italia ha rimandato ancora fino al 2025 una decisione definitiva. Se la ricerca è fondamentale per far progredire la scienza in qualsiasi ambito, è altrettanto evidente che utilizzandoli si mette in discussione il loro benessere nonostante In Italia si applichi quel principio delle “3R” di cui si parlava sopra, che è patrimonio comune della ricerca avanzata rivolta ormai agli organoidi.


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