Cronaca

Strage all’Esselunga: nessun indagato, nel cantiere immigrati irregolari, a gennaio l’ultimo controllo Asl

di Angelo Vitale -


Non ci sono al momento nomi iscritti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Firenze, per il crollo avvenuto nel cantiere Esselunga del Gruppo guidato da Marina Caprotti di via Mariti dove hanno perso la vita quattro persone e una quinta è ancora dispersa. Mentre gli aggiornamenti sugli scavi che proseguono ininterrotti segnalano la frantumazione completa della “trave killer”. La conferma sull’inchiesta dalla Procura in una nota nella quale i magistrati spiegano che “le indagini si profilano complesse sotto molteplici profili”.

“Sono state prontamente adottate -continua la Procura- iniziative per acquisire al procedimento gli elementi di prova, non solo documentali, onde ricostruire i fatti accaduti ed accertare eventuali responsabilità. L’Ufficio sta assicurando il coordinamento delle attività investigative svolte delle forze di polizia giudiziaria intervenute: AUSL Toscana Centro – Dipartimento della Prevenzione, Ufficio Ispettivo del Ministero del Lavoro, Polizia Scientifica, Squadra Mobile di Firenze, Polizia Postale, Polizia Municipale di Firenze. Ques’ultima sta assicurando altresì, con grande impiego di risorse, la costante vigilanza del cantiere e di tutta l’area, che verrà sottoposta a sequestro all’esito del rinvenimento dell’ultimo soggetto disperso”.

Oggi un nuovo sopralluogo del personale ispettivo dell’Asl sul posto: agli inizi di gennaio il più recente sopralluogo in un cantiere definito da un ispettore Asl “una grande opera”. Si ignora se il cantiere sia mai stato visitato dai militari del Nil, il Nucleo carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro.

“Il dato empirico è che vi fossero diverse criticità in generale, che abbiamo constatato nel momento in cui siamo andati nel cantiere. Ma non entro nel merito”: così il procuratore capo Filippo Spiezia,

Da Spiezia pure l’indiretta conferma di un cantiere Esselunga sostanzialmente “zona franca” per altre irregolarità. “Risulta, da prime verifiche compiute – ha detto – , che per alcuni operai vi fosse irregolarità per quanto riguarda la loro presenza sul territorio nazionale. Questo è un discorso diverso dalla verifica delle posizioni contrattuali. Mi riferisco alla posizione di queste persone e le norme di ingresso nel territorio nazionale”. Operai immigrati, quindi, che senza permesso di soggiorno non potevano che lavorare “in nero”. Un’ulteriore tappa, in Toscana, di un fenomeno considerato endemico e finito anche ripetutamente all’attenzione della magistratura.


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