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Suicida in carcere Sandro Arzu: una vita di vendette, omicidi e di traffico di droga in Sardegna

Era una delle figure di spicco della criminalità dell'Ogliastra: dopo la vendetta, omicidi e il traffico di droga gestito con i fratelli

di Angelo Vitale -

Nel riquadro, Sandro Arzu


Sandro Arzu, 56 anni, originario di Arzana, uno dei luoghi più caratteristici dell’Ogliastra nell’ambito della criminalità tipica del territorio, era un personaggio noto alla cronaca giudiziaria sarda per una lunga serie di reati, principalmente omicidio e traffico di droga. La sua storia criminale, iniziò nel 1990 quando insieme al fratello fu condannato per l’omicidio di Bruno Ferrai, ritenuto il responsabile dell’assassinio di suo padre. Una carriere che si era conclusa alla fine di maggio con un arresto. La sua vita, invece, si è interrotta nello scorso weekend per il suo suicidio in carcere, con modalità che le cronache nemmeno indicano.

Sandro Arzu, dopo la vendetta una vita di crimini e latitanza

Una vita segnata segnata da condanne, fughe e periodi di latitanza, per Sandro Arzu. Negli ultimi anni, era ricercato per l’omicidio di Beniamino Marongiu, avvenuto il 9 luglio 2023 sempre ad Arzana. Marongiu, 52 anni, fu ucciso in un agguato in piazza Roma: secondo le indagini, si trattava di un regolamento di conti legato al narcotraffico. Le telecamere di sorveglianza ripresero l’assassino, identificato poi come Arzu, mentre sparava 15 colpi con due pistole, il volto in parte coperto. L’omicidio sarebbe stato una vendetta per un agguato subito da Arzu nel 2021, di cui sospettava fosse responsabile proprio Marongiu. Oltre a lui, erano stati subito coinvolti nell’inchiesta anche due fratelli, un nipote e un complice, tutti accusati di concorso nell’omicidio e favoreggiamento.

La latitanza

Dopo l’omicidio, Sandro Arzu era sparito dall’8 marzo 2023 facendo perdere le sue tracce e inscenando persino il proprio omicidio: la sua auto era stata ritrovata crivellata di colpi e con tracce di sangue al suo interno, alimentando l’ipotesi che fosse stato ucciso. In realtà, Arzu era vivo e aveva trovato rifugio a Cagliari, dove si era rifatto una vita sotto falso nome, continuando però a mantenere un profilo basso e sempre contrassegnato dal possesso di armi, un segno della sua pericolosità ma pure di una vita sempre contraddistinta dal timore di rimanere vittima di agguati o di cadere nella rete degli inquirenti. È stato arrestato il 26 maggio dai carabinieri, dopo due anni di latitanza.

Il suicidio

Arzu si è tolto la vita nella notte tra l’8 e il 9 giugno nel carcere di Uta in provincia di Cagliari dove era detenuto dopo la sua cattura. Un gesto che richiama per l’ennesima volta la situazione di degrado e di mancato controllo delle carceri, questo episodio ha suscitato anche il commento dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha sottolineato la fragilità psicologica dei detenuti appena reclusi e la necessità per loro di un supporto adeguato.

Sandro Arzu, una carriera criminale fuori dai canoni della tradizione sarda

Una carriera criminale iniziata con l’omicidio di Bruno Ferrai nel 1990, commesso insieme al fratello Luca per vendetta personale. Negli anni successivi, lui e i suoi familiari erano diventati figure di vertice nel traffico di droga in Sardegna e in particolare nell’Ogliastra, in particolare dopo l’operazione “Ichnos” del 2018 che portò alla condanna di 23 persone, tra cui i quattro fratelli Arzu. Un gruppo che i magistrati indicarono come collegato alla criminalità organizzata calabrese e albanese per l’approvvigionamento di stupefacenti.


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