Attualità

«Sunburn challenge», la sfida che brucia la pelle, l’ultima follia dei Social

Una nuova sfida virale spinge i giovani a esporsi al sole fino a ustionarsi per ottenere “tatuaggi” di abbronzatura, con gravi rischi per la salute.

di Gianluca Pascutti -


La “moda” che brucia la pelle e la ragione

C’è una nuova, inquietante challenge che sta dilagando tra i più giovani: l’abbronzatura a “tatuaggio”.
Non si tratta di arte né di estetica, ma di un gioco pericoloso che porta chi lo pratica a esporsi al sole fino a procurarsi vere e proprie ustioni pur di ottenere linee e disegni netti sulla pelle.

Quando il dolore diventa spettacolo

Sui social compaiono video e storie di ragazzi che, sorridendo davanti alla telecamera, mostrano arrossamenti violenti, vesciche e bruciature profonde.
Alcuni – come un’influencer con oltre centomila follower – esibiscono con orgoglio ferite evidenti, mentre altre ragazze, tra le lacrime, raccontano il dolore lancinante e mostrano i segni permanenti.
Tutto per inseguire like effimeri e una manciata di nuovi seguaci.

Un gioco che lascia cicatrici (esterne e interne)

I dermatologi sono chiari: la scottatura non è mai innocua.
L’esposizione intensa e ripetuta al sole:

  • Aumenta il rischio di melanoma
  • Accelera l’invecchiamento cutaneo
  • Può richiedere cure urgenti in ospedale

L’idea che “brucia ma poi passa” è una bugia pericolosa: dietro l’effetto temporaneo di queste “decorazioni” solari c’è un danno reale e duraturo.

La lunga lista delle sfide folli

Questa non è l’unica follia che il web abbia partorito.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a prove virali che hanno superato ogni limite:

  • Tide Pod Challenge – masticare capsule di detersivo, con casi di avvelenamento e ricovero.
  • Benadryl Challenge – abuso di antistaminici per “vedere cose”, con episodi di ricovero e decessi.
  • Blackout Challenge – soffocamento autoindotto, che ha già provocato vittime tra minorenni.

In tutti questi casi, il meccanismo è lo stesso: il video diventa virale, le conseguenze mediche restano fuori dall’inquadratura.

Dalle acrobazie al campo santo

Non sono mancati neppure i tormentoni “acrobat” dal finale traumatico:

  • Skull Breaker Challenge – far cadere un amico in salto, con traumi cranici e fratture.
  • Milk Crate Challenge – scalare pile di cassette del latte, con cadute rovinose.
  • Cinnamon Challenge – inghiottire cannella a secco, con soffocamento e polmoniti da inalazione.

Nessun valore, nessuna utilità, solo rischi.
Tutto per un momento di visibilità, pagato con giorni (o anni) di conseguenze se va bene.

Like che non valgono la pelle

Dietro a queste “mode” c’è un pericoloso meccanismo di autolesionismo mascherato da intrattenimento.
Ogni secondo di popolarità online può trasformarsi in una vita segnata da cicatrici e danni irreversibili.

La pelle non è un foglio da disegnare: è un organo da proteggere.
E la sfida più intelligente è quella di saper dire no e stare ben lontani da queste idiozie che circolano sempre più spesso in un mondo virtuale malato e pericoloso.


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