Esteri

Trump e il FBI Gate

di Ernesto Ferrante -


Il procuratore speciale John Durham seppellisce sotto 300 pagine il “Russiagate”, mettendo una pietra tombale su una delle pagine politico-giudiziarie della storia recente statunitense. Nel suo rapporto, Durham, nominato ai tempi dell’amministrazione Trump, accusa l’Fbi di aver avviato l’inchiesta sulla campagna elettorale del tycoon sulla base di “informazioni di intelligence grezze, non analizzate e corroborate”.
Il procuratore speciale spiega di aver “raccolto oltre 480 deposizioni, ottenuto ed analizzato oltre un milione di documenti, per un totale di sei milioni di pagine” e di aver “emesso 190 mandati di comparizione di fronte al grand jury”. La sua conclusione è chiara: l’agenzia governativa di polizia federale “non aveva nessuna vera prova della collusione”, non avendo ascoltato testimoni, analizzato le informazioni o fatto ricorso ai suoi tipici mezzi” prima di lanciare “Crossfire Hurricane”, l’indagine di controspionaggio, avviata nel luglio 2016, per far luce sui rapporti mai accertati tra il leader dei Gop e del suo entourage con la Federazione Russa.
Dito puntato contro alcuni funzionari che hanno agito spinti dalla “predisposizione ad avviare un’inchiesta su Trump”, facendo i nomi, peraltro già noti, dell’ex vice direttore dell’Fbi Andrew McCabe e dell’ex vice direttore del controspionaggio, Peter Strzok che ha espresso “sentimenti ostili nei confronti di Trump”.
Viene evidenziato anche il “doppio standard” dei federali, frettolosi e superficiali nei riguardi dell’ex presidente e al contrario molto cauti rispetto alle accuse di interferenze elettorali mosse contro la campagna dell’allora candidata democratica Hillary Clinton “che voleva attaccare Trump collegandolo a Vladimir Putin, in modo da distogliere l’attenzione dai problemi legali all’uso del server di posta privato”. L’Fbi, in questo caso, “non ha mai aperto nessun tipo di inchiesta” in merito.
Soddisfatto e rinfrancato Donald Trump. “Wow! Dopo approfondite ricerche, il procuratore speciale John Durham conclude che l’Fbi non avrebbe mai dovuto avviare l’indagine Russiagate! In altre parole, il pubblico americano è stato truffato, proprio come viene truffato in questo momento da coloro che non vogliono vedere la grandezza per l’America!”, ha scritto l’ex presidente sul social Truth.
In una intervista con Fox News Digital, il candidato alla Casa Bianca ha usato la parola “vergogna” per definire quanto è stato fatto a suo carico e chiesto che l’ex direttore Comey ed altre persone affrontino le conseguenze delle loro azioni.
“Io, e cosa molto più importante, il pubblico americano, siamo stati vittime di questa farsa di lunga data e proditoria avviata dai Democratici, avviata da Comey – ha tuonato il magnate – Ci deve essere un prezzo pesante da pagare per aver sottoposto il nostro paese a tutto questo”.
La dettagliata ricostruzione di John Durham dimostra “l’assurdità delle accuse nei confronti della Russia”, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Ma, ha proseguito ancora il portavoce, “questa non è la prima volta che gli americani hanno avviato un’indagine molto complessa e su larga scala per poi giungere alla conclusione che non ci sono state ingerenze da parte della Russia”, sottolineando che negli ultimi anni c’è la tendenza a “incolpare la Russia di tutto”.


Torna alle notizie in home