Esteri

Trump incriminato per l’assalto a Capitol Hill del gennaio 2020. Giovedì la comparsa in tribunale

di Angelo Vitale -


A modo suo, il suo solito modo, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che è pronta una nuova incriminazione nei suoi confronti da parte del consigliere speciale Jack Smith. “Ho sentito che lo squilibrato Jack Smith, per interferire con le elezioni presidenziali del 2024, pubblicherà un’altra falsa incriminazione del vostro presidente preferito, me, alle 17 (le 23 italiane di ieri)”, aveva scritto Trump sul social Truth. “Perché non l’hanno fatto 2 anni e mezzo fa? Perché hanno aspettato così tanto? Perché volevano metterlo proprio nel bel mezzo della mia campagna. Illeciti dell’accusa”, ha attaccato ancora.

Il riferimento, all’incriminazione da parte di un Gran Giurì federale per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2020, come confermato dalla tv Abc.

Poi, un secondo post in cui aggiungeva “Vogliono un’altra falsa accusa il giorno dopo che lo scandalo di Joe Biden, uno dei più grandi nella storia americana, è scoppiato nelle sale del Congresso. Questa è una nazione in declino!”.

Secondo Cnbc, sono 4 i reati contestati a Trump, accusato di aver tentato “fraudolentemente” di annullare la sua sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2020. La prima accusa è “cospirazione per frodare gli Stati Uniti”, reato che ha una pena massima di cinque anni di carcere. Altre due accuse – “cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale e ostruzione di un procedimento ufficiale” – comportano massimali molto più pesanti: 20 anni di carcere. La quarta accusa contro Trump, “cospirazione contro i diritti”, ha una pena massima possibile di 10 anni.

Le accuse segnano il terzo atto d’accusa penale contro l’ex presidente. L’indagine elettorale è stata guidata dal consigliere speciale Jack Smith, che ha anche supervisionato un’indagine separata sulla conservazione di documenti riservati da parte di Trump nella sua casa di villeggiatura Mar-a-Lago dopo aver lasciato la Casa Bianca nel 2021.

A Trump è stato ordinato di comparire giovedì alle 16 presso il tribunale federale di Washington per affrontare le accuse nel nuovo atto d’accusa, secondo l’ufficio del consigliere speciale Jack Smith. La sua prima apparizione nel caso sarà davanti al magistrato giudice Moxila Upadhyaya.

Secondo l’accusa – riferiscono ancora i media americani – Trump ha arruolato co-cospiratori “per assisterlo nei suoi sforzi criminali per ribaltare i risultati legittimi delle elezioni presidenziali del 2020 e mantenere il potere”. Tra questi c’erano sei persone, principalmente avvocati, i cui ruoli specifici, ma non i nomi, sono dettagliati nell’accusa.

L’attacco del 6 gennaio 2021 al Congresso americano, un “assalto senza precedenti alla sede della democrazia americana”, è stato “alimentato da bugie, bugie dell’imputato, mirate a ostacolare una funzione fondamentale del governo degli Stati Uniti”. Così il procuratore speciale Jack Smith, in una breve dichiarazione rilasciata dopo l’atto d’accusa. Smith ha anche elogiato le forze dell’ordine che hanno difeso Capitol Hill dalla violenta folla pro-Trump che ha preso d’assalto l’edificio il 6 gennaio: “Hanno messo in gioco le loro vite per difendere chi siamo come paese e come popolo”, ha detto il procuratore.

Mentre la campagna di Trump, in una nota pubblicata sui social, ha ribattuto che l’atto d’accusa contro l’ex presidente è “nient’altro che l’ultimo capitolo corrotto” di una “caccia alle streghe” politica. E’ un tentativo di “interferenza elettorale”, hanno sostenuto i sostenitori di Trump, ribattendo che l’ex inquilino della Casa Bianca “ha sempre rispettato la legge e la Costituzione”. Mentre questa “persecuzione” ricorda la “Germania nazista negli anni ’30, l’ex Unione Sovietica e altri regimi autoritari e dittatoriali”.

Nessuna sostanziale protesta ieri a Washington fuori dal tribunale federale dove Donald Trump è stato incriminato. Per la prima volta, infatti, i sostenitori dell’ex presidente repubblicano non si sono presentati fuori dalla Corte per manifestare il proprio dissenso nei confronti dei giudici, secondo quanto riportato dalla Cnn.

Il 30 marzo scorso, a New York, dove Trump è stato incriminato con l’accusa di riciclaggio di denaro, circa 50-60 manifestanti si erano radunati fuori dal tribunale per esprime il proprio sostegno al magnate americano. A giugno, quando Trump è stato incriminato a Miami per un caso riguardante dei documenti riservati, almeno duecento manifestanti si erano riuniti per sostenere l’ex presidente.

In entrambi i casi Trump aveva incoraggiato la sua base a comparire in tribunale tramite la sua app Truth Social. Prima dell’incriminazione di ieri, Trump non ha incitato i suoi sostenitori alla protesta, ma ha ripetutamente postato accuse contro il consigliere speciale Jack Smith, definendolo “squilibrato”, definendo l’indagine come una “cattiva condotta dell’accusa”.

 


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