Esteri

Usa: silurato lo speaker McCarthy. Cosa accadrà adesso?

di Ernesto Ferrante -


Terremoto politico negli Usa. La Camera bassa ha approvato la mozione per destituire lo speaker repubblicano Kevin McCarthy. E’ la prima volta che accade nella storia statunitense. A proporla è stato il deputato del suo partito Matt Gaetz, un fedelissimo di Donald Trump, esponente dell’ala più dura del GOP che ripudia compromessi e accordi con i rivali “dem”.

Il californiano ha pagato l’intesa sul bilancio con le truppe di Biden per evitare lo shutdown del Paese. Dopo un dibattito in aula molto teso, in 216 hanno votato per la sua rimozione.

“Alla fine sono diventato il 55esimo speaker della Camera, uno dei più grandi onori. Ho amato ogni minuto. Fare la cosa giusta non è sempre facile, ma è necessario. Non mi pento di aver scelto di governare piuttosto che lamentarmi. È una mia responsabilità. È il mio lavoro. Non mi pento di aver negoziato. Il nostro governo è progettato per trovare un compromesso”, ha detto McCarthy.

Poi l’annuncio più atteso, dopo le indiscrezioni trapelate nelle ore precedenti: “Credo di poter continuare a lottare, magari in modo diverso. Ma non mi candiderò di nuovo come speaker. Farò in modo che si scelga qualcun altro”.

“Oggi ho perso una votazione, ma ho combattuto per ciò in cui credo e io credo nell’America”, ha detto ancora, sottolineando di “non essere pentito per aver negoziato” con i democratici.

“Mi hanno insegnato a risolvere i problemi non a crearli”, ha aggiunto la “colomba” repubblicana. “Se dovessi dare un consiglio al prossimo speaker della Camera gli direi di cambiare le regole”, ha ironizzato il “silurato” in una conferenza stampa.

Joe Biden ha esortato la Camera ad eleggere “presto” un nuovo speaker per affrontare “sfide urgenti”. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota.

Il toto-candidature è già iniziato. I democratici sembrano orientati a puntare su Hakeem Jeffries, che ha corso per la presidenza già a gennaio scorso.

Più difficile la sintesi tra i conservatori, con gli intransigenti che cercano tagli molto profondi alla spesa federale e reclamano spazio e visibilità. Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, il presidente della Camera non deve essere un membro del Congresso. Questo è il motivo per cui la destra interna lanciato il nome dell’ex presidente Donald Trump, anche se è in corsa per la presidenza.

La “partita” viene seguita con attenzione anche a Kiev. Il rischio di una stretta definitiva sui fondi di guerra è sempre più alto.


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