Vannacci, mezzo milione di voti e un autogol: l’elogio di Putin nell’intervista alla Boccia
Il consenso conta, ma non è tutto. Portare a casa oltre 500mila preferenze, da outsider, in un contesto come le elezioni europee dove gli elettori devono scrivere il nome del candidato sulla scheda, come ha fatto Roberto Vannacci al suo primo confronto con le urne, è sicuramente un gran risultato e una testimonianza del fatto che l’ex generale sia stato in grado di intercettare un certo sentiment nel Paese. Bene.
Ma nella vita, come nella politica, esistono anche altri princìpi: il tempismo e l’opportunità sono fra questi. Partiamo dal primo: mentre la “pace” di Putin procede con i bombardamenti sull’Ucraina e i droni russi che sconfinano in Polonia -chiara provocazione alla Nato – Vannacci rilascia interviste elogiando il numero uno del Cremlino, parlandone come di colui che ha portato “un’esplosione di benessere e di ricchezza nella sua nazione godendo del supporto popolare, cosa che Zelensky sembrerebbe perdere giorno dopo giorno”. E sostenendo che il leader ucraino “solo da poco fa il politico”.
A voler esser pignoli, Vannacci fa politica da ancor meno rispetto a Zelensky e non a caso Zaia gli ricorda prontamente che, a differenza di tutti gli altri leghisti compreso il segretario Salvini, lui non ha fatto nessuna gavetta. E che quando si entra in un partito è doveroso rispettarne regole e liturgie. Ma arriviamo al secondo punto, la questione dell’opportunità: l’apologia vannacciana di Putin è stata espressa nel corso di un’intervista – se così la possiamo definire – a Maria Rosaria Boccia su ErreTv… E onestamente non occorre aggiungere altro.
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