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Vendemmia 2025: tra speranze e ottimismo

di Marco Montini -

VENDEMMIA 2023


L’ottimismo e la fiducia dei viticoltori per una vendemmia che si preannuncia promettente. Le intemperie climatiche non sembrano stoppare il vino italiano con la produzione che dovrebbe aggirarsi quest’anno intorno ai 45 milioni di ettolitri, con una “qualità tra il buono e l’ottimo”. Sono queste le stime diffuse dalla Coldiretti in occasione dell’avvio della vendemmia con la raccolta dei primi grappoli sul territorio. Se il bilancio finale si potrà fare solo nei prossimi mesi, le impressioni iniziali però parlano di un’annata che potrebbe portare uva in qualità e quantità, anche se saranno le evoluzioni metereologiche delle prossime settimane a confermare o meno questo trend. Insomma, è ipotizzabile un avvio in anticipo rispetto alla media degli ultimi anni, legato ancora una volta alle elevate temperature che hanno accelerato la maturazione delle uve. “Siccità e maltempo hanno condizionato in alcuni territori le resesottolinea Coldiretti – ma senza pregiudicare la qualità, così come i problemi legati a malattie come peronospora e oidio sono risultati inferiori rispetto alle preoccupazioni iniziali, oltre agli attacchi degli insetti alieni. Fenomeni che hanno pesato comunque sui costi di produzione, dall’acqua alle strategie di protezione delle uve”. A fare il punto della situazione, è stata pure l’Accademia Italiana della Vite e del Vino che ha analizzato lo stato delle uve dello Stivale con un aggiornamento al 3 agosto. “Non vogliamo fare un bollettino della qualità della vendemmia del 2025 consapevoli che l’andamento climatico in fase finale di maturazione sarà fondamentale sulla sanità, quantità e qualità delle uve – ha spiegato il Presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Rosario Di Lorenzo –, sappiamo che la qualità sarà determinata anche dal lavoro che sarà svolto durante l’ultimo periodo di maturazione e per questo torneremo a fine vendemmia con un report ancora più vicino alla realtà”.
Le previsioni per la campagna viticola 2025 in Italia infatti indicano condizioni climatiche variabili da nord a sud, ma generalmente favorevoli, con alcune differenze regionali nel ciclo vegetativo, nella gestione fitosanitaria e nelle stime produttive: “Vendemmia: al via al Sud e sulle isole in controtendenza sulle quantità (in crescita), si anticipa in tutta Italia con il raccolto stimato in lieve calo al centro-nord (10-20%), ma le uve sane”, aggiungono dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino.
Che poi stila la lista delle previsioni territorio per territorio. In Veneto ad esempio si attende una “raccolta delle varietà precoci prevista da fine agosto, produzione leggermente superiore e buona qualità attesa”. In Trentino Alto Adige, sotto il profilo qualitativo, la vendemmia 2025 si prospetta buona: molto dipenderà dalle condizioni di agosto e settembre. Le stime di produzione indicano un “leggero aumento del 2-3% rispetto al 2024, soprattutto grazie alla scarsa incidenza di danni da peronospora”. Mentre tra Piemonte, Lombardia e Liguria, la vendemmia potrebbe arrivare in anticipo di circa “10 giorni rispetto al 2024. È prevista una riduzione produttiva del 10-15%” rispetto all’anno scorso. Scendendo nelle Marche, Emilia Romagna e Abruzzo, “la capacità produttiva dei vigneti appare generalmente molto buona e, rispetto al 2024, si prevedono aumenti per Lambruschi (+10%), Trebbiano romagnolo (+5%), Trebbiano toscano o Bianchello (+10%), Verdicchio (variabile ad +5% a +15%) e Montepulciano (+10%).
Le stime produttive sono invece leggermente in calo per Ancellotta e per Pignoletto”, spiegano ancora dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino. E per la Toscana? Le stime per il Sangiovese indicano per il 2025 una produzione nella media degli ultimi 10 anni, ma inferiore al 2024. In leggero calo anche la produzione stimata per gli altri vitigni. La vendemmia potrebbe iniziare a metà agosto con le varietà più precoci e dai primi giorni di settembre con il Sangiovese, a partire dalla costa per terminare a inizio ottobre nelle aree più interne. Anche per Umbria e Lazio ci si aspetta una quantità di uva prodotta in leggero calo rispetto all’anno precedente. In Puglia, Basilicata, Calabria, la vendemmia, dalle prime stime effettuate, si accinge ad essere una “buona annata”, con un vigneto che si presenta in buona salute e con un carico di uva equilibrato, superiore al 2023 e 2024, ed in perfetto stato fitosanitario. La produzione potrebbe attestarsi su un 20% in più sullo scorso anno.
Infine le isole: in Sicilia nord-occidentale “produzione in lieve crescita con acini più pesanti”, mentre per la Sardegna si stima “un incremento del 5% della produzione di uve rispetto alla media triennale (2021-2023: 666.137 ql; stima 2025: 701.857 ql), soprattutto nell’Ogliastra, Sulcis e sud dell’isola, con qualità delle uve prevista dal buono all’ottimo”.
Insomma, aleggiano fiducia e speranza nel settore per una vendemmia di qualità: dopo l’estate si tireranno le somme.


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