Vino, vendemmia 2025 promette un’ottima annata: le stime dei produttori
La vendemmia 2025 si preannuncia come una delle migliori degli ultimi anni, con una produzione stimata di 47,4 milioni di ettolitri, in crescita dell’8% rispetto alla scorsa campagna. Lo rivela l’indagine vendemmiale realizzata da Assoenologi, Unione italiana vini (Uiv) e Ismea, con il contributo del Masaf e delle Regioni.
Vendemmia 2025: le stime dei livelli produttivi dell’Italia
L’Italia torna così su livelli produttivi in linea con la media storica, confermandosi primo produttore mondiale davanti a Francia (37,4 milioni) e Spagna (36,8 milioni). Le condizioni climatiche hanno inciso in modo differenziato lungo la Penisola, con un forte traino dal Mezzogiorno, dove la produzione è cresciuta del 19%. Veneto, Puglia ed Emilia-Romagna restano le tre regioni leader, con oltre la metà della produzione nazionale.
Nonostante le difficoltà legate agli eventi meteo estremi, la qualità delle uve appare molto buona. Come sottolinea Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi: “Da questa anteprima della vendemmia emerge tuttavia un dato incoraggiante: la qualità delle uve si preannuncia molto buona, in alcune zone addirittura eccellente… È grazie al lavoro quotidiano degli enologi che il settore vitivinicolo può rispondere con competenza a un clima sempre più incerto”.
Ottimismo anche da parte di Sergio Marchi, direttore generale di Ismea, secondo cui: “La vendemmia 2025 registra risultati ampiamente positivi sia in termini di quantità che di qualità… Un ruolo determinante è stato svolto dalle politiche del Governo Meloni, dal Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e dal Ministro Francesco Lollobrigida”.
Sul fronte del mercato, però, non mancano le preoccupazioni. Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv, evidenzia che “sarà difficile garantire la giusta remunerazione alla filiera con una vendemmia da 47,4 milioni di ettolitri a cui si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina”.
Le incertezze riguardano anche lo scenario internazionale. Per Ignacio Sánchez Recarte (CEEV), la sostenibilità del settore dipenderà sempre più dalla politica commerciale e dal rischio di nuove tariffe. Matteo Zoppas, presidente ICE, conferma la criticità del mercato USA, ma ribadisce: “ICE Agenzia rafforza il suo ruolo a supporto del Made in Italy sostenendo le imprese italiane con strategie diversificate”.
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