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Zelensky chiama: armi da tutto il mondo

di Ernesto Ferrante -


L’Ucraina diventa un centro di produzione di arsenali militari: Zelensky chiede armi da tutto il mondo
Le difese aeree di Mosca hanno abbattuto droni ucraini diretti verso la città russa di Belgorod. “Si è attivato il sistema di difesa aerea su Belgorod e la sua regione: gli obiettivi aerei sono stati abbattuti mentre si avvicinavano alla città, i servizi operativi sono sul terreno, secondo i dati preliminari non ci sono state vittime o danni”, ha scritto su Telegram il governatore della regione, Viacheslav Gladkov.
La forze di contraerea ucraine hanno neutralizzato la notte scorsa 30 droni di fabbricazione iraniana Shahed-136 nel sud del Paese, secondo quanto reso noto dal comando meridionale delle forze armate ucraine.
La maggior parte degli aeromobili a pilotaggio remoto erano stati lanciati dai russi contro la regione di Vinnytsia, dove ne sono stati distrutti 20, mentre altri sono riusciti a centrare delle infrastrutture, provocando incendi. Altri velivoli sono stati neutralizzati ad Odessa e Mykolaiv.
La Romania ha reso noto che durante i raid notturni sferrati contro le infrastrutture ucraine i droni kamikaze russi hanno probabilmente violato i suoi cieli.
“In seguito al rilevamento di gruppi di droni diretti verso il territorio ucraino a ridosso del confine rumeno, i residenti delle municipalità di Tulcea e Galati sono stati allertati”, ha dichiarato il ministero della Difesa di Bucarest in un comunicato.
“Il sistema di sorveglianza radar, ha aggiunto, ha rilevato un possibile ingresso non autorizzato nello spazio aereo nazionale, con un segnale rilevato su una rotta verso il comune di Galati”. Il ministero della Difesa ha precisato infine che finora nessun oggetto sembra essere caduto in territorio rumeno, ma le ricerche continueranno.
La Svizzera ritiene prioritario lo sminamento umanitario in Ucraina e ha messo a disposizione 100 milioni di franchi supplementari a tale scopo. Il pacchetto sarà finanziato in parti uguali dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps) e dal Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae).
Negli ultimi due anni, la Confederazione Elvetica ha già sostenuto lo sminamento stanziando 15,2 milioni di franchi, in particolare a sostegno delle attività del Centro internazionale per lo sminamento umanitario (Gichd) con sede a Ginevra e dell’organizzazione svizzera, la Fondation suisse de déminage (Fsd).
Il Ddps ha donato alle organizzazioni umanitarie ucraine un sofisticato dispositivo della Fondazione Digger, con sede nel Giura, e finanzia la formazione di esperti ucraini in sminamento umanitario da parte del Gichd.
Con il pacchetto aggiuntivo di 100 milioni, le autorità elvetiche potranno ulteriormente ampliare il lavoro svolto da queste e altre organizzazioni, fornire attrezzature e formazione agli sminatori ucraini, sostenere il governo nel coordinamento di questa impresa ed esplorare approcci innovativi.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba si è detto “grato” alla Svizzera in un post su X in cui ha voluto ringraziare i ministri elvetici degli Esteri, Ignazio Cassis, e della Difesa, Viola Amherd.
In occasione del primo Forum internazionale delle industrie della difesa a Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha postato un messaggio su Telegram: “In questo momento si stanno determinando i più potenti complessi militari-industriali, le loro priorità e lo standard globale di difesa. Tutto questo si sta determinando in Ucraina. I produttori di tutto il mondo possono aderire alla dichiarazione di fondazione, dimostrando la loro disponibilità a costruire l’arsenale del mondo libero insieme all’Ucraina”.
“Oggi, in questo forum, annunciamo la creazione dell’Alleanza delle industrie della difesa. Un’alleanza che valorizza il diritto internazionale ed è capace di lavorare per la reale tutela del diritto internazionale. Tutela della sicurezza – e non sto parlando solo dell’Ucraina, ma anche della sicurezza di qualsiasi nazione del mondo dalle aggressioni”, ha affermato l’ex comico.
E’ stata redatta “una dichiarazione di base corrispondente come fondamento di questa alleanza, alla quale possono aderire i produttori di armi e attrezzature militari di tutto il mondo che condividono la nostra intenzione di fornire una reale protezione dalle aggressioni”. Sono 13 le importanti aziende che “hanno già firmato questa dichiarazione, dimostrando la loro disponibilità a costruire un nuovo arsenale del mondo libero insieme all’Ucraina”.
L’Ucraina “sta sviluppando un regime economico speciale per il complesso industriale-difensivo, per dare a tutte le aziende l’opportunità di realizzare il proprio potenziale”.
Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal si è detto convinto che in futuro l’Ucraina diventerà un nuovo centro per la produzione di prodotti militari di alta qualità in Europa.
“Tutti sono consapevoli dei rischi, ma chi pensa in modo strategico capisce anche che l’Ucraina diventerà un nuovo centro di produzione militare in Europa. Oggi stiamo già collaborando con i Paesi partner per il ripristino dell’equipaggiamento militare occidentale. Inoltre, si sta elaborando la creazione di un ciclo chiuso per la produzione di armi, equipaggiamento militare e munizioni in Ucraina, stiamo creando joint venture e centri di servizio”, ha spiegato Shmyhal durante l’evento nella capitale ucraina.
I residenti delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson hanno scelto di “stare con la loro patria”. Così Vladimir Putin in un videomessaggio in occasione del primo anniversario dell’annessione dei territori ucraini alla Russia, il 30 settembre 2022.
“Le persone hanno preso insieme questa decisione consapevole, tanto attesa, combattuta e veramente popolare, durante i referendum, nel pieno rispetto degli standard internazionali. Hanno mostrato coraggio e carattere inflessibile”, ha rimarcato il presidente russo, citato dalla Tass.
Putin ha poi denunciato che si era cercato di intimidire gli abitanti del Donbass, di privarli del diritto di determinare il proprio futuro, il proprio destino, portare via loro “ciò che è caro a ogni persona: cultura, tradizioni, lingua madre”.

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