Esteri

Zelensky invitato al Consiglio Nato ma l’adesione slitta a fine guerra

di Ernesto Ferrante -


Un summit di guerra in una città trasformata in una fortezza con mille soldati armati fino ai denti a fare da “cordone di sicurezza”. La cartolina del vertice Nato, che inizia oggi a Vilnius, evoca scenari tragici. La due giorni nella capitale lituana, a soli 32 chilometri dal confine bielorusso, arriva in un momento delicatissimo del conflitto russo-ucraino, con le bombe a grappolo statunitensi e i ricatti turchi a rendere ancora più tesa l’atmosfera.
I lavori sono stati preceduti da un trilaterale fra il segretario generale Nato Jens Stoltenberg, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro svedese Ulf Kristersson per ammorbidire la posizione Ankara rispetto all’ingresso nella “famiglia atlantica” di Stoccolma, accusata di non reprimere in maniera decisa i gruppi separatisti curdi, considerati organizzazioni terroristiche in Turchia. Erdogan, tornato prepotentemente al centro della scena con le sue mosse a sorpresa, dovrebbe avere anche un faccia a faccia con il presidente statunitense Joe Biden, che alcuni analisti ritengono possa concludersi con un baratto: fornitura degli F-16 ai turchi in cambio della rimozione del loro veto a danno degli svedesi.

Le pulsioni belliciste stanno prevalendo, come dimostra un editoriale “guerrafondaio” sul “Guardian” di Simon Tisdall, in cui si legge testualmente: “È importante evitare divisioni sull’adesione dell’Ucraina (e della Svezia). Infinitamente più importante è che tutti i paesi della Nato comprendano pienamente le più ampie conseguenze di un eventuale fallimento ucraino nel respingere l’aggressione russa. Quindi niente più condizioni, cavilli e avvertimenti intelligenti, per favore. La Nato deve scatenare il suo considerevole potere per assicurare la vittoria ucraina”.
Prima la fine delle ostilità con la Russia, poi il via libera all’Ucraina. La “road map” di Joe Biden, rivelata in un’intervista alla Cnn prima della sua partenza per l’Europa, è improntata alla prudenza. Le parole del capo della Casa Bianca non lasciano molto spazio alle interpretazioni: “Non credo ci sia unanimità nella Nato se si debba o non si debba portare l’Ucraina all’interno della famiglia in questo momento, mentre è in corso una guerra. Per esempio, se si facesse una cosa del genere, saremmo determinati ad impegnarci per ogni centimetro del territorio Nato. E’ un impegno che abbiamo assunto tutti, senza condizioni. Se la guerra prosegue, allora siamo tutti in guerra. Saremmo tutti in guerra con la Russia”.
Il presidente statunitense ha spiegato di aver affrontato l’argomento con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. “Credo che abbiamo delineato un percorso razionale per l’Ucraina, affinché possa avere i requisiti per entrare nella Nato. Ma credo sia prematuro fissare una votazione, ci sono altri requisiti da soddisfare, compreso il processo di democratizzazione e alcune altre questioni”, ha aggiunto il leader “dem”, senza andare oltre.

Il “no” della Russia è totale. Un’entrata dell’Ucraina avrebbe “conseguenze molto, molto negative” e richiederebbe una reazione “ferma”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Fine del “giallo” sull’eventuale presenza all’appuntamento in terra baltica di Zelensky. Parteciperà alla riunione inaugurale del Consiglio Nato-Ucraina che si svolgerà domani. Ad annunciarlo è stato Stoltenberg, in una conferenza stampa congiunta con il presidente lituano Gitanas Nauseda.

“Noi anche rafforzeremo i nostri legami politici, il presidente Zelensky si unirà a noi per l’incontro inaugurale del nuovo consiglio Nato-Ucraina”, ha affermato il norvegese, “spoilerando” la postura dei partecipanti: “Sono assolutamente certo che dalla Nato arriverà unità e un forte messaggio sulla futura adesione dell’Ucraina”.
Nuova frenata di Berlino. “Non è il momento giusto per un invito all’Ucraina, per passi concreti in direzione di un’adesione”, ha dichiarato una fonte del governo tedesco, sottolineando che bisogna puntare sull’aiuto a Kiev nella sua battaglia contro Mosca ed intensificare la partnership con l’Ucraina attraverso un Consiglio Nato-Ucraina. Una posizione molto simile a quella espressa dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani al termine della IV Riunione Trilaterale sulla Cooperazione nell’Alto Adriatico.

In una giornata caratterizzata da attesa e nervosismo, si è tenuto un incontro “chiarificatore” a Downing Street tra Joe Biden e Rishi Sunak. “La nostra relazione è solida come una roccia”, ha assicurato il premier britannico dopo le divergenze sulle cluster bombs. Miele dal leader Usa: “Non potrei incontrare un amico più stretto ed un alleato più grande”. Obiettivo del colloquio è stato il rafforzamento “della cooperazione e della comune sicurezza economica”. “E’ grande continuare il dialogo che abbiamo avuto appena un mese fa alla Casa Bianca, dove abbiamo firmato la dichiarazione Atlantica”, ha continuato Sunak. Entrambi hanno rimarcato in coro che Stati Uniti e Regno Unito sono “i più solidi alleati all’interno dell’Alleanza”.


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