Esteri

Asse sinorusso

di Ernesto Ferrante -


Dmitry Medvedev, numero due del Consiglio di sicurezza russo, detta a Kiev le condizioni per porre fine all’emergenza energetica. “La strada per la stabilità dell’approvvigionamento energetico è diversa. Richiede il riconoscimento della legittimità delle richieste della Russia nell’ambito dell’operazione militare speciale e dei suoi risultati, che si riflettono nella Costituzione. Allora la situazione migliorerà”, scrive Medvedev su Telegram, con un chiaro riferimento alla “merce” di scambio: il riconoscimento dei risultati dei referendum di annessione alla Russia delle quattro regioni ucraine.
“L’acquisto da parte del regime di Kiev di elettricità dalla Slovacchia, conclude il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, porterà a ulteriori aumenti dei prezzi per gli europei e gli ucraini. Ma non all’auspicata stabilità del sistema di approvvigionamento energetico ucraino”.
Immediata e durissima è stata la replica, via social, della presidenza ucraina. “Il Cremlino, per bocca di Medvedev, ha dichiarato espressamente: ‘Distruggeremo il sistema energetico e terrorizzeremo milioni di persone finché l’Ucraina non accetterà di arrendersi’. Si tratta a tutti gli effetti di una confessione ufficiale di terrorismo statale”, ha cinguettato su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky. “Di che tipo di trattative possiamo parlare e con chi?”, ha chiosato Podolyak.
Sul campo di battaglia si registra una frenata delle forze di terra ucraine nella regione orientale di Luhansk. Ad ammetterla alla televisione nazionale, è stato il governatore militare regionale Serhiy Hayday. “L’avanzata delle truppe ucraine non sta andando veloce come vorremmo”, ha affermato. Hayday spiega cosa è accaduto in maniera chiara: “Le truppe russe hanno avuto del tempo per recuperare le riserve. Hanno mobilitato nuovo personale formato anche da detenuti, oltre ad aver dislocato molte attrezzature. I russi hanno avuto il tempo di preparare fortificazioni e minare vaste aree”.
La Russia ha inviato un migliaio di uomini anche sulla sponda occidentale del fiume Dnipro, nel tentativo di difendere la città di Kherson. Lo hanno rivelato le forze armate ucraine su Facebook.
Sul fronte diplomatico, riprendono vigore le speranze di dialogo Pechino dopo il colloquio Lavrov-Wang. “La Russia si è detta disponibile a un dialogo con Ucraina e Stati Uniti”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, citato dal Global Times, riguardo la telefonata intercorsa tra i ministri degli Esteri di Cina e Russia, Wang Yi e Sergei Lavrov.
Il “Dragone” auspica che le parti “intensifichino gli sforzi diplomatici per attenuare e risolvere il conflitto al più presto, con negoziati e altri canali politici”. I rappresentanti dei due Paesi hanno parlato anche del divieto di utilizzo di “armi di distruzione di massa”.
Lavrov, precisa il ministero degli Esteri di Mosca, ha “informato” Wang degli “sviluppi nell’operazione militare speciale” e ha “ringraziato” la Cina “per il sostegno alla posizione della Russia sulla necessità di una soluzione equa intorno all’Ucraina e ai suoi sforzi per prevenire le provocazioni che coinvolgono componenti di armi di distruzione di massa”.


Torna alle notizie in home