Attualità

Etna, le colate esplosive sono in raffreddamento

di Giorgio Brescia -


“E’ terminata” ieri sera l’attività registrata sull’Etna che aveva destato tante preoccupazioni. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, ha ricordato che “l’attività esplosiva dal cratere di Sud-Est aveva generato tre colate laviche principali: una diretta a sud, una seconda a est (ramificandosi in più bracci) e l’ultima, originatasi alla base del fianco settentrionale del cratere di sud-est, diretta a nord. Tutte le colate sono ora in fase di raffreddamento. Il flusso piroclastico si è propagato verso nord-est, raggiungendo la parete nord della Valle del Bove”.

da oggi “verranno effettuati rilievi sul terreno per la mappatura del deposito. Il materiale fine di colore rossastro prodotto dal flusso piroclastico è stato trasportato dai venti in quota disperdendosi a ovest-nord-ovest, con segnalazioni di ricaduta a Cesarò e Bronte – sottolinea la nota dell’Osservatorio etneo dell’Ingv – Attualmente dal cratere di nord-est si osservano sporadiche emissioni di cenere che si disperdono in zona sommitale. Dal punto di vista sismico il tremore è rientrato su valori bassi pur mostrando alcune oscillazioni sui valori medi”.

Il fenomeno aveva generato una nube di cenere e lapilli alta diversi chilometri, visibile a grande distanza e associata a un flusso piroclastico, episodio raro per l’Etna negli ultimi anni, ma già osservato in passato.

L’eruzione era stata caratterizzata da esplosioni quasi continue, fontane di lava e colate laviche, con un incremento significativo del tremore vulcanico e dell’attività sismica nell’area sommitale. E c’era stata allerta per l’aviazione: l’Osservatorio Etneo aveva elevato l’allerta per l’aviazione al livello rosso, il massimo previsto, a causa della nube di cenere che poteva rappresentare un rischio per il traffico aereo. Tuttavia, l’aeroporto di Catania è rimasto operativo e non si sono registrati disagi significativi.

L’improvviso crollo del cratere, pur essendo un fenomeno già osservato, può generare per gli esperti eventi imprevedibili e potenzialmente pericolosi, come i flussi piroclastici che si muovono a grande velocità e con temperature elevate. L’aumento dell’attività sismica e del tremore vulcanico, sintomo di una fase di rialimentazione del sistema magmatico con nuovo magma, ha suggerito che la fase potrebbe proseguire per settimane o mesi, rendendo necessario un monitoraggio costante.


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