Hot parade
Sale: Bill d’Africa. Non fiori ma opere di bene. Ma qui s’esagera: Bill Gates annuncia che, alla sua morte, gran parte della sua fortuna andrà all’Africa. Così, intesa tutta come se fosse un grande Paese. Cosa che non è. E che se l’avesse detta un assessore comunale a Vigevano l’avrebbero fustigato in sala mensa per almeno un mese. Ma fa niente. Un legato da 200 miliardi, altro che Pnrr!, con la speranza che basti a condonargli un po’ di Purgatorio e, soprattutto, che i governi africani lo seguano, pedissequamente, nelle sue idee sulla sanità e sui progetti da finanziare.
Stabile. Si-Mou-ne Inzaghi. Alla fine gli interisti se la son tirata. Sognavano il Triplete, sognavano che Inzaghino emulasse l’epopea di Mou. Epperò il tecnico piacentino in una cosa l’ha imitato il portoghese: se n’è subito andato dopo la finale di Champions. Ma che ricostruzione, ma che rivincita, ma quale riscossa. Gli hanno pure comprato, subito dopo la finale con il Psg, uno che si chiama Luis Henrique. Quanto è troppo, è troppo. C’è l’al Ahly, ci sono 50 milioni di euro, non c’è la pressione italiana in Arabia. Forse gli prendono pure Osimhen e Barella. Non c’è la Champions, né lo scudetto e neanche la Coppa Italia. Spiaze.
Scende: Madame Finesse. Deve essere un nuovo genere letterario, non c’è altra soluzione. A buttar fango, per non dire altro, è Madame. La musica di oggi, dei suoi “colleghi” non le piace. E giù con l’ennesimo discorso scatologico che tira in ballo note e deiezioni, ceramica e sistemi idraulici e altre simpaticherie. Chiaramente non al bar, ma su quella piazza virtuale che è Instagram. Nelle stories. Che s’ha da fare per un paio di clic.
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