L’Ue lancia il Patto per gli oceani, la via europea alla blue economy
Un patto per tutelare gli oceani e per rilanciare la blue economy: così, in sei punti, la Commissione Ue vuole sostenere la strategia globale finalizzata a “promuovere un’economia blu fiorente” con l’obiettivo dichiarato di “sostenere il benessere delle persone che vivono nelle zone costiere”. Un patto che, va da sé, riguarderà (anche se non soprattutto) l’Italia. La presentazione ufficiale è già stata programmata: si farà il 9 giugno, lunedì prossimo, alla Conferenza delle Nazioni Unite. Sarà la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a snocciolare i sei temi centrali del patto per gli oceani. Al primo punto ci sarà la necessità di “proteggere e ripristinare la salute degli oceani” e impegnerà Bruxelles a incoraggiare gli Stati membri a mettere su aree marine protette non prima di procedere alla revisione della direttiva quadro sulla strategia marittima e quella sulla pianificazione dello spazio mare. Il secondo punto afferisce al rafforzamento della competitività della blue economy, sostenibile, europea: sostegno e tutela delle attività del mare come la pesca, l’acquacoltura, il trasporto marittimo, il turismo e chiaramente anche l’energia le cui reti corrono sempre di più sotto le onde dei mari e degli oceani. La terza priorità che si è fissata la commissione riguarda il sostegno alle comunità costiere, comprese quelle delle isole e delle regioni ultraperiferiche. L’obiettivo dichiarato da Bruxelles sarà quello di farne la “forza trainante dell’economia blu sostenibile” in quanto forniscono “cibo sano ed energia marina rinnovabile a prezzi accessibili”. In questo capitolo rientra anche la vicenda del carbonio blu. Al quarto punto del Patto per gli Oceani Ue c’è l’impegno a promuovere la ricerca e l’innovazione sullo sfondo delle coste e del mare. Il quinto punto è molto interessante e investe direttamente la necessità di rafforzare la sicurezza e la difesa marittima. Più cooperazione tra le guardie costiere e le marine europee, più attenzione al controllo delle frontiere del mare. Ma, chiaramente, non si tratterà solo di una questione che impatterà sugli Stati meridionali e nel corridoio centrale del Mediterraneo. Sarà adottata una strategia per rimuovere tutti gli ordigni inesplosi dal Baltico e fino al mare del Nord, saranno acquisiti droni all’avanguardia e messa a disposizione delle flotte Ue nuovi sensori e software di intelligenza artificiale per il monitoraggio delle attività marittime. Infine, all’ultimo punto, last but not least, l’impegno a rafforzare la diplomazia oceanica che passerà attraverso la lotta alla pesca illegale e selvaggia, allo sversamento in mare delle plastiche e dei rifiuti.
L’impegno finale della Commissione per centrare gli obiettivi fissati nel Patto per gli oceani sarà fissato nella presentazione dell’Ocean Act entro il 2027. Un patto che intende istaurare un quadro unico e un consiglio per gli oceani di alto livello, che riunirà rappresentanti di vari settori legati agli oceani, per guidare l’attuazione del Patto per gli oceani, e lancerà un quadro operativo del Patto per gli oceani dell’Ue, che fornirà una piattaforma pubblica, trasparente e centralizzata per monitorare i progressi verso i suoi obiettivi.
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