Risolto il rebus Commissioni in Parlamento dopo veleni e attacchi
Dopo 7 mesi Camera e Senato rinnovano i presidenti degli organismi parlamentari permanenti: tutti i nomi
di CESARE BIFULCO
Mentre Cgil e opposizione si leccano le ferite dopo l’esito del referendum dello scorso 8 – 9 giugno e la compagine di governo gongola per il mancato raggiungimento del quorum, Camera e Senato hanno rinnovato con oltre sette mesi di ritardo i presidenti delle commissioni parlamentari permanenti.
Ritardo giustificato, almeno in parte, da alcuni seggi di presidenza un po’ traballanti. Prima tra tutte la presidenza della settima commissione di Montecitorio Cultura, scienza e istruzione pubblica, che vede riconfermato il presidente uscente Federico Mollicone. A tenere in bilico la sua posizione pare siano state alcune ruggini tra il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, a cui Mollicone è molto vicino e Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura Alessandro Giuli e componente (assunta con chiamata diretta) dell’ufficio stampa della Camera.
Restano invariati anche i vicepresidenti Valentina Grippo e Giorgia Latini e i segretari Mauro Berruto e Marco Perissa. Confermato alla quinta commissione della Camera, Bilancio tesoro e programmazione, anche Giuseppe Tommaso Vincenzo Mangialavori.
A far molto discutere all’interno della maggioranza stessa e di conseguenza a far vacillare la riconferma di Mangialavori è stato il suo modo di condurre i lavori di una commissione così importante come quella Bilancio, oltre ad alcune vecchie testimonianze, mai confermate, di un collaboratore di giustizia che parlavano di presunti legami dell’esponente di Forza Italia (mai indagato) con elementi di spicco della ‘ndrangheta. Testimonianze che nel 2022 gli costarono la nomina a sottosegretario allo Sviluppo economico.
Riconfermati i vicepresidenti Giovanni Luca Cannata e Gianmauro dell’Olio e i segretari Claudio Mancini e Nicola Ottaviani. Per quanto riguarda, invece, le restanti dodici commissioni permanenti della Camera dei Deputati sono stati rieletti tutti i vertici senza troppe indecisioni.
Mentre dal palco degli Stati Generali dei commercialisti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivendica “il miglior risultato nella storia della lotta all’evasione” fiscale, a Palazzo Madama non tutte le riconferme si sono svolte in un clima disteso. Soprattutto dopo le polemiche degli ultimi giorni tra i capigruppo di opposizione Francesco Boccia, Stefano Patuanelli, Peppe De Cristofaro e Raffaella Paita e il presidente della prima commissione del Senato Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell’Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, Alberto Balboni.
Nella seduta del 4 giugno scorso, infatti, durante la discussione in aula del decreto Sicurezza, si è sfiorata la rissa dopo che il senatore di Fratelli d’Italia ha accusato i colleghi dell’opposizione “di stare dalla parte della criminalità organizzata”. Il giorno successivo i capigruppo di opposizione hanno chiesto formalmente al presidente del Senato Ignazio La Russa “che il Consiglio di presidenza del Senato venga convocato con urgenza per valutare l’adozione di una sanzione adeguata e opportuna” sottolineando “che simili comportamenti sono platealmente incompatibili con il ruolo di presidente di Commissione”.
Balboni comunque è stato riconfermato con 13 voti, le opposizioni invece hanno dato i loro 9 voti al senatore di Alleanza verdi e sinistra, Peppe De Cristoforo. La composizione della prima commissione del Senato resta invariata, rieletti i vicepresidenti Paolo Tosato e Dario Parrini e i due segretari Domenica Spinelli e Roberto Cataldi.
Circa le altre Commissioni, invariati anche i vertici della seconda commissione Giustizia: Presidente Giulia Bongiorno, vicepresidenti Sandro Sisler e Ilaria Cucchi, segretari Sergio Rastrelli e Walter Verini. Resta alla guida della terza commissione Affari esteri e difesa la senatrice di Forza Italia Stefania Craxi, confermati anche i vicepresidenti e segretari, rispettivamente Roberto Menia, Ettore Licheri, Marco Dreosto e Luigi Spagnolli.
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