Il caso Domitilla Di Pietro: dalle denunce di violenza alle accuse di stalking
La parabola di Domitilla Shaula Di Pietro: la scrittrice, pittrice e sceneggiatrice romana nota per il suo impegno pubblico contro la violenza sulle donne è ora indagata per stalking.
Domitilla Di Pietro: dalle denunce alle accuse di stalking
Nel 2016 Di Pietro aveva raccontato in un libro intitolato “Sei ore e 23 minuti” la sua esperienza di vittima di violenza sessuale subita dodici anni prima, in una terribile notte di prigionia durata oltre sei ore, e il percorso di elaborazione del trauma che ne seguì. È conosciuta come una paladina anti-violenza tramite libri, incontri e manifesti contro la violenza di genere.
Le indagini
Oggi Domitilla Shaula Di Pietro è indagata dalla Procura della Repubblica di Tivoli – coordina l’inchiesta il sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi – per molestie, minacce e stalking nei confronti del suo ex compagno, un regista.
Secondo l’accusa, la relazione iniziata nel 2023 sarebbe degenerata in dinamiche di persecuzione, con centinaia di messaggi, chiamate, visite improvvise, creazione di profili falsi, accuse di tradimento e aggressioni fisiche.
La situazione è particolarmente controversa perché mette in contrasto la sua immagine pubblica di attivista con i comportamenti contestati giudizialmente. La sua difesa descrive i fatti come parte di una relazione tossica e intende sostenere la causa in sede giudiziaria.
Le relazioni tossiche
Gli stereotipi di genere influenzano negativamente in Italia le dinamiche di coppia, specialmente tra i giovani. Una ricerca Istat del 2023 evidenzia che il 36% dei giovanissimi considera accettabile che un ragazzo controlla abitualmente il cellulare oi social della propria ragazza, mentre l’11,1% ritiene normale che in una relazione “ci scappi uno schiaffo ogni tanto” e il 7,3% trova accettabile che un ragazzo schiaffeggi la fidanzata per gelosia o infedeltà. Questi dati mostrano una tolleranza preoccupante verso comportamenti di controllo e violenza nelle relazioni giovanili.
Il timore per la violenza in amore e in famiglia riguarda in particolare le ragazze under 26, di cui il 78% teme di subire violenza e il 40% identifica le relazioni amorose come il contesto più probabile di abuso o violenza, seguito dalla famiglia. Questi timori sono meno avvertiti dai coetanei maschi, con differenze significative nelle percezioni della violenza e della paura.
Le donne in Italia continuano ad essere penalizzate da disuguaglianze strutturali tra i generi, come evidenzia il Global Gender Gap Report 2025 che posiziona l’Italia all’85° posto a livello globale e al 35esimo posto in Europa per parità di genere. Le disuguaglianze maggiori riguardano la partecipazione al mondo del lavoro, la parità salariale e la rappresentanza nei ruoli apicali, fattori che incidono sulla qualità delle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di potere tra i sessi.
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