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Sindacati contro Venezi: salta la prima del Wozzeck alla Fenice

Sempre più insistente la richiesta di revoca della direttrice musicale del teatro

di Redazione -


Salta la prima del Wozzeck alla Fenice di Venezia per lo sciopero indetto dai sindacati contro la nomina di Beatrice Venezi. Venerdì 17 ottobre, i lavoratori del Teatro si fermeranno, bloccando la rappresentazione inaugurale. I sindacati ribadiscono la richiesta di revocare la nomina del maestro Beatrice Venezi a direttore musicale. Una decisione che segna un nuovo capitolo nella crescente tensione tra i lavoratori del teatro e la direzione dell’istituzione veneziana.

Uno stallo che dura da settimane

La protesta arriva dopo settimane di scontri interni e tentativi di mediazione. Il sovrintendente Nicola Colabianchi si è detto dispiaciuto per la scelta dei sindacati, definendola “una forma di protesta che nuoce al pubblico e all’immagine del Teatro”. Nonostante il muro contro muro, Colabianchi ha ribadito la volontà di mantenere aperto il dialogo: “Il curriculum di Venezi è ottimo. Ha già diretto tra i 50 e i 60 titoli d’opera, un traguardo importante per una musicista di soli 35 anni”.

Brugnaro: “Venezi non deve dimettersi”

Anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che in queste settimane ha cercato di mediare tra le parti, ha confermato il suo sostegno alla direttrice d’orchestra. “Beatrice Venezi non deve dimettersi, anzi. Le ho detto di non fare nessun passo indietro. È una persona tenace, mi ha fatto una buona impressione”, ha dichiarato. Brugnaro ha anche voluto rassicurare sul fronte degli abbonamenti, dopo la lettera firmata da 140 spettatori che minacciavano di disdire in segno di protesta: “Al momento risultano solo tre cancellazioni, ma abbiamo registrato venti nuovi abbonamenti. Sono certo che il primo concerto di Venezi alla Fenice farà il tutto esaurito”.

Sindacati contro Venezi: la protesta si allarga

La Rsu del Teatro La Fenice ha convocato per il 17 ottobre un’assemblea pubblica aperta anche ai lavoratori di altre istituzioni culturali veneziane, a sostegno della mobilitazione. La richiesta rimane ferma: revocare la nomina di Beatrice Venezi, ritenuta inopportuna per ragioni sia artistiche che sindacali. La tensione è iniziata con la proclamazione dello stato di agitazione il 27 settembre, culminata ora nello sciopero che cancella una delle produzioni più attese della stagione. I sindacati accusano la direzione di aver gestito la nomina senza sufficiente confronto interno, mentre Colabianchi replica: “Ho sentito singolarmente tutti i consiglieri del Consiglio di indirizzo e ho ricevuto il loro consenso. Nessuna pressione politica da Roma: la scelta è stata mia, motivata dal desiderio di innovare”.

Fenice divisa tra tradizione e rinnovamento

Dietro lo scontro tra sindacati e Venezi si intravede un dibattito più ampio sul futuro delle Fondazioni liriche italiane, spesso segnate da equilibri fragili tra arte, politica e lavoro. Brugnaro, intervenendo nel merito, non ha nascosto la sua posizione: “La politica ha sempre avuto un peso, e deve continuare ad averlo. Io sarei per uno spoils system anche nel mondo della cultura: cambiare non è un male, può essere un segno di vitalità”. Mentre il sindaco e il sovrintendente auspicano un ritorno al dialogo, lo scontro resta aperto. L’immagine di una Fenice in sciopero alla vigilia della nuova stagione lirica diventa così il simbolo di un teatro in cerca di equilibrio tra tradizione e innovazione, con Beatrice Venezi al centro di una tempesta che va ben oltre la musica.


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