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Francesca Albanese e l’Italia “abbastanza ottusa”: lezioni di diritto internazionale dal palco ONU

Dopo aver offeso i napoletani, la relatrice ONU torna a farci la morale: ora l’Italia intera è “abbastanza ottusa e ignorante”. Nel frattempo, sfila ad Assisi contro la pace.

di Anna Tortora -


Francesca Albanese ONU – Dall’Irpinia a Ginevra, passando per i cortei con Schlein e Conte: il percorso accidentato di Francesca Albanese, maestra di diritto (e di presunzione).

Dalle sveglie dei napoletani alle lezioni di diritto universale

Francesca Albanese, relatrice ONU per i diritti umani nei Territori palestinesi, ha deciso di aggiornare il suo repertorio: dopo aver spiegato ai napoletani che non si svegliano presto, ora spiega all’Italia intera che è “abbastanza ottusa e ignorante”.
Un passo avanti nella carriera, potremmo dire: da polemiche locali a offese su scala nazionale.

Il tutto, con la tipica aria di chi l’ha studiato, il diritto internazionale, e quindi si sente in diritto (appunto) di giudicare anche la geografia morale del Paese.
Peccato solo che la geografia non menta: la Albanese è nata ad Ariano Irpino, in Campania.
Non a New York, non a Londra, ma proprio in quella terra che oggi sembra disprezzare con tanta disinvoltura.
Insomma, la predicatrice ONU che accusa i napoletani di dormire troppo è nata a due passi da loro: più che diritto internazionale, sembra un caso di memoria selettiva interna.

La pace (solo se non è di troppo)

Non paga delle dichiarazioni, la relatrice scende anche in piazza, ad Assisi, tra colombe, striscioni e bandiere arcobaleno.
“Porto il dolore del popolo palestinese escluso dal piano”, ha dichiarato, con tono grave e sguardo da telecamera accesa.
Dietro di lei, il “campo largo” al completo: Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli; mancava solo il coro dell’ONU e la pace sarebbe stata servita.

Ma il bello viene qui: il corteo era contro gli accordi di pace tra Israele e Hamas.
Sì, hai capito bene: contro la pace.
In Italia ormai si sfila anche per protestare contro il concetto stesso di tregua.
“Pace sì, ma solo se la decidiamo noi” potrebbe essere il nuovo slogan.

E mentre Francesca Albanese cita il diritto internazionale come fosse il Vangelo, in piazza si confonde la diplomazia con la scenografia.
D’altronde, ad Assisi è sempre andata di moda la pace, basta non scendere nei dettagli.

L’Italia non è ottusa, è solo stanca dei predicatori

Nel frattempo, qualcuno si chiede che fine abbia fatto la Sumud Flottiglia, ricordate? Quella missione civile che doveva cambiare il mondo.
Scomparsa, evaporata, archiviata. Forse la coerenza si è imbarcata da un’altra parte.

E così, tra una dichiarazione e l’altra, la Albanese continua a spiegarci che non capiamo il diritto internazionale.
Forse perché qui, in Italia, siamo troppo impegnati a lavorare davvero per perder tempo con le sfilate morali.

Cara Francesca, noi non siamo ottusi.
Siamo semplicemente stanchi: di chi parla di “resistenza” con il microfono in mano, di chi confonde l’ONU con un talk show, di chi pensa che basti un titolo per essere credibile.

Io, al mattino, mi sveglio presto. Al canto del gallo (chicchirichì).
Tu continua pure a dormire tranquilla: tanto, per giudicare l’Italia, non serve essere svegli, basta essere supponenti.

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