Da Mosca arrivano documenti declassificati sull'assassinio del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy
La fornitura dei Tomahawk non è stata discussa alla riunione dei ministri della Difesa della Nato e del gruppo di contatto sull’Ucraina, perché “è una questione bilaterale” tra ucraini e statunitensi. I fragili equilibri attuali, probabilmente, hanno indotto l’amministrazione degli Usa a consigliare “prudenza” al segretario generale della Nato Mark Rutte. L’olandese ha espresso grande felicità per l’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo omologo statunitense Donald Trump, previsto per domani alla Casa Bianca, ma ha evitato di commentare il possibile invio di missili da crociera agli alleati.
I Tomahawk innescherebbero l’escalation con la Russia
I Tomahawk hanno una gittata fino a 1.600 chilometri, quindi potrebbero arrivare fino a Mosca (la capitale russa dista da quella ucraina 800 km). Il loro utilizzo vorrebbe dire escalation. “Dobbiamo fare in modo che Putin torni al tavolo, che si avvii un negoziato significativo e che questa terribile guerra possa finalmente finire”, ha osservato Rutte.
Il programma della Nato e gli incassi per gli Usa
“Sedici o 17 membri dell’Alleanza hanno ora aderito all’iniziativa Purl (Prioritised Ukraine Requirements List)”, ha dichiarato il numero uno della Nato, ricordando che il programma prevede l’acquisto di armi statunitensi da parte dei Paesi europei per rafforzare le forniture all’esercito di Zelensky. Il ministro della Difesa ucraino Denys Shmyhal ha definito il summit ministeriale “davvero molto positivo”. Secondo Shmyhal, gran parte del dibattito si è concentrato sulla difesa anti-drone, sia per la Nato che per l’Ucraina.
Hegseth scommette su Trump
“Faremo finire la guerra in Ucraina. La guerra deve finire. Come gli abbiamo visto fare a Gaza e in Medio Oriente, il presidente Trump sa come forgiare la pace e creare opportunità in situazioni e scenari dove la pace sembra lontana”, ha detto il capo del Pentagono, Pete Hegseth, parlando in apertura del vertice Ramstein. “Solo Trump ha la capacità di fare ciò – ha aggiunto – Questa guerra non è iniziata sotto la sua presidenza, ma finirà sotto la sua presidenza”.
Hegseth non ha escluso il ricorso a maniere più forti, evitando tuttavia di specificarne la tipologia: “Se la guerra non finisce, e non c’è una strada verso la pace nel breve termine, gli Stati Uniti – insieme ai loro alleati – prenderanno le misure necessarie per imporre costi alla Russia per la sua aggressione prolungata. Se dovremo prendere queste misure, il Dipartimento della Guerra Usa è pronto a fare la sua parte come solo gli Stati Uniti sanno fare”.
“Tutti i Paesi devono trasformare gli obiettivi in armi, gli impegni in capacità e le promesse in potenza – ha concluso – Questo è quello conta: la potenza militare, che è l’unica cosa che i belligeranti rispettano”.
Le autorità russe hanno rivendicato la conquista di altre due località le province ucraine di Donetsk e Dnipropetrovsk. In una nota sul suo canale Telegram, il ministero della Difesa russo ha riferito che i militari sono entrati a Novopavlovka, nel Donetsk, e ad Alekseyevka, nel Dnipropetrovsk.
Anche il cardinale Parolin guarda alla Casa Bianca
Tutti gli occhi sono puntati su Trump. Il presidente Donald Trump può avere un ruolo per va la fine della guerra? “Per la verità spero che avendo chiuso il capitolo Gaza possa dedicarsi e impegnarsi maggiormente per cercare una via di uscita”. Lo ha auspicato il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ai margini di un evento a Palazzo Borromeo che premia gli ambasciatori. “Tentativi ne sono stati fatti – ha proseguito Parolin – e non hanno dato risultati sperati. Rimane sempre che l’America ha un ruolo importante in tutte queste vicende”.
La Russia mette a disposizione degli States documenti scottanti
L’ambasciatore russo negli Usa, Alexander Darchiev, ha consegnato alla senatrice repubblicana Anna Paulina Luna 350 pagine di materiale sull’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, contenenti i risultati delle indagini dei servizi sovietici finora custodite negli archivi russi.
“Ricevendo Luna alla sua residenza, Darchiev ha manifestato la speranza che i dati di archivio facciano ulteriore luce su questa tragedia”, ha fatto sapere l’ambasciata russa a Washington, citata dall’agenzia Ria Novosti. “È importante sottolineare – ha scritto la senatrice del GOP su X – che il Congresso aveva cercato di ottenere questi documenti negli anni ’90, ma gli erano stati rifiutati”.