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Politica

Meloni: “Non manderemo soldati italiani in Ucraina”

Su Gaza, invece, la premier annuncia la disponibilità a inviare i carabinieri

di Cristiana Flaminio -


Giorgia Meloni ha spiegato che i soldati italiani non saranno mandati in Ucraina. La premier, nell’informativa al Parlamento in vista del Consiglio europeo che si terrà tra domani e dopodomani, ha spiegato in Senato che nessun militare italiano arriverà a Kiev. Anche perché, secondo quanto ha riferito in Aula la presidente del consiglio, quello ucraino oggi “è uno dei principali eserciti del continente” europeo. Insomma, non ci sarà alcun bisogno di spedirne dall’Italia.

Meloni e i soldati italiani che non andranno in Ucraina

Sull’argomento, le parole della premier sono state nette. Ha spiegato che la deterrenza per la sicurezza dell’Ue “si basa innanzitutto sulla forza dell’esercito ucraino, che ad oggi è uno degli eserciti principali del continente”. Da sole, le forze armate di Kiev non basterebbero “Ma gli altri due perni su cui questa architettura di sicurezza si deve reggere, dal nostro punto di vista, prevedono una componente politica, con un meccanismo di assistenza modellato sull’articolo 5 del Patto Atlantico, e una componente di rassicurazione prevista dalla cosiddetta Coalizione dei Volenterosi”. Eccolo, dunque, il busillis. Cosa accadrà coi Volenterosi?

La puntualizzazione della premier

Meloni, rispetto ai rapporti dell’Italia con la Coalizione, ha voluto ribadire la posizione del governo con estrema chiarezza: “Su quest’ultima, però, – ha aggiunto la premier al Senato- lasciatemi nuovamente nettamente ribadire la posizione del Governo: ciascuna nazione contribuirà  a questi sforzi nella misura in cui potrà e riterrà necessario, l’Italia ha già chiarito – ha sottolineato Meloni – che non prevede l’invio di propri soldati nel territorio dell’Ucraina”.

“Carabinieri a Gaza”

Contestualmente, Meloni ha affermato la disponibilità a contribuire, inviando nuovi reparti dei Carabinieri, per Gaza. “Siamo pronti a contribuire con i nostri Carabinieri, già da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese, e nella missione Ue per Rafah, il cui numero siamo pronti ad aumentare. L’Italia è allo stesso tempo pronta a contribuire attivamente al giorno dopo, anche partecipando – qualora le fosse richiesto – ai lavori del Board of Peace, l’organo di governo provvisorio per la Striscia”, ha spiegato la premier. Che ha aggiunto: “Siamo pronti a fare la nostra parte sul piano del ripristino delle infrastrutture essenziali a Gaza, specialmente quelle sanitarie. Abbiamo inoltre espresso la nostra piena disponibilità a essere co-organizzatori della Conferenza sulla ricostruzione della Striscia di Gaza, che si terrà al Cairo dopo il cessate il fuoco”.


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