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Politica

Roberto Fico, il volto debole delle elezioni regionali in Campania

di Giuseppe Ariola -


Si respira una strana aria in Campania a ridosso delle prossime elezioni regionali. Gli equilibri politici che hanno tenuto banco fin da quando è iniziata l’era De Luca – e che sembravano cristallizzati – stanno via via mutando. Senza dubbio una svolta significativa si è registrata non appena il centrodestra ha ufficializzato la candidatura a governatore di Edmondo Cirielli. Altrettanto certamente, alcune tensioni alimentate dal governatore uscente, scettico rispetto alla candidatura di Roberto Fico, anche per lo scarso apprezzamento che De Luca nutre nei confronti del Movimento 5 Stelle, hanno avuto il loro peso nel mutato clima politico.

Roberto Fico, un candidato debole

È però probabilmente proprio il candidato del campo largo a rappresentare l’elemento di maggiore criticità. Più passa il tempo e più la debolezza di Fico diventa palpabile. Politicamente poco convincente e con i pentastellati in caduta libera, l’ex Presidente della Camera ha dovuto accettare di porsi sotto l’ala protettrice di De Luca, ma i risultati non sembrano così convincenti. Probabilmente perché fino all’altro ieri il movimento del quale fa parte Fico era tra quelli che più si opponevano a De Luca e alla sua gestione, sia amministrativa che politica, se così vogliamo definire il sistema di potere messo in piedi dal sindaco-sceriffo di Salerno poi divenuto governatore della Campania.

5 Stelle e tanti compromessi

Certo, i pentastellati hanno digerito anche un altro boccone più che indigesto. Nelle liste che sostengono Fico c’è quella dei renziani in cui è candidato Armando Cesaro. L’ex esponente di Forza Italia, ignobilmente scaricato dai suoi anni fa, insieme al padre, è uno di quei profili da sempre additati dalle parti dei grillini come impresentabile. Ma adesso che ha cambiato schieramento, il suo ampio consenso non sembra più suscitare troppi mal di pancia tra i moralisti della politica a giorni alterni e, soprattutto, a propria convenienza. Se però la coalizione, tra deluchiani e altri candidati che possono contare su una dote significativa di preferenze, sebbene in calo sembra riuscire almeno al momento a tenere sotto controllo l’avanzata del centrodestra, per Fico non è così.

Cirielli e il centrodestra in rimonta

La debolezza strutturale di cui soffre la sua candidatura a governatore non sembra sanabile dal contributo elettorale che le singole liste a lui collegate apporteranno. Complice il voto disgiunto, che non è previsto ovunque, (in Veneto, per esempio, non c’è) le elezioni regionali in Campania potrebbero regalare qualche sorpresa. Quel che appare certo è che, mentre la forbice tra gli schieramenti si assottiglia sempre di più, Fico prenderà meno voti di quelli che otterranno in totale le liste che lo sostengono. Per Cirielli sembra, invece, profilarsi il contrario. E qui viene il bello, perché la legge elettorale della Campania attribuisce il 60% dei seggi in Consiglio non già alla coalizione che ha ottenuto più consensi, ma a quella collegata al candidato governatore arrivato primo. Una circostanza che, vista la debolezza di Fico, il centrodestra è determinato a cavalcare.

La partita tra i candidati a governatore

I candidati al Consiglio regionale, per la prima volta, non pensano a sfruttare il voto disgiunto per assicurarsi la preferenza anche a scapito di quella per il candidato governatore. Il registro si è completamente capovolto: si chiede il voto per il candidato alla Presidenza della Giunta anche a costo di sacrificare quello di lista e, quindi, la preferenza personale. Magari confidando nei seggi in più che scatterebbero con il premio di maggioranza. La percezione è che Fico sia ancora in vantaggio, ma che la debolezza della sua candidatura rischi di capovolgere la situazione.


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