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Caso De Crescenzo – Gli italiani non si indignano più: si disconnettono

Quando la politica si affida ai like invece che alle idee, il cittadino smette di credere e si ritira in silenzio.

di Andrea Fiore -


Rita De Crescenzo, tiktoker napoletana e volto popolare del web, ha deciso di scendere in campo per Forza Italia alle regionali in Campania. Lo ha fatto con un endorsement diretto, colorito, sincero. Parla di ospedali che devono “stare belli sistemati”, di reddito da dare a chi insegna un mestiere, e soprattutto di rispetto per “’a buon’anema d’’o dottor Silvio”. È una cittadina che si espone, che partecipa, che si mette in gioco. E questo, in democrazia è legittimo. Non è lei che sbaglia, ma chi la usa.

Forza Italia ha scelto di trasformare la sua popolarità in leva elettorale. Non per aprire un dialogo con il mondo social, ma per raccattare voti. Non per includere, ma per sfruttare. Il sostegno al consigliere uscente Pasquale Di Fenza, già espulso da Azione per un balletto virale, non è una scelta politica: è una mossa da agenzia di marketing. Nessuna riflessione, nessuna mediazione, nessuna responsabilità. Solo visibilità. E quando la politica si riduce a questo, il consenso si ottiene, ma non si merita.

Il punto è che questo consenso facile non risolve nulla. Funziona sul breve periodo: porta voti, genera attenzione, fa parlare. Ma non migliora la sanità, non affronta il lavoro, non riforma l’istruzione. Serve solo a vincere, non a governare. E quando il teatrino finisce, resta il vuoto. Resta un elettorato deluso, un territorio ignorato, una classe dirigente che non sa più spiegare le proprie scelte.

E così, mentre i partiti si interrogano sull’astensionismo, fingono di non vedere che è proprio questo approccio a generarlo. Gli italiani non si indignano più: si disconnettono. Non vanno a votare, non ascoltano, non partecipano. Non perché siano pigri, ma perché non credono più che il voto serva a cambiare qualcosa. E quando la politica si traveste da trend, l’astensionismo non è una minaccia: è una risposta. È il segnale che il cittadino non si riconosce più nel sistema, che non si fida, che non ci crede.

Nel frattempo, mentre la Lega e il Psi chiedono chiarezza, Forza Italia tace. Non chiarisce, non prende le distanze, non alza l’asticella. Si limita a incassare. E il silenzio, in politica, è sempre una scelta. È il segnale che la popolarità vale più della coerenza, che il voto vale più della dignità, che lo show vale più del progetto. Ma quando la politica rinuncia a parlare con la propria voce, non può lamentarsi se nessuno la ascolta.

Rita De Crescenzo non è il problema. È il sintomo. Il problema è una politica che non sa più parlare, e allora si fa parlare addosso. Che non sa più spiegare, e allora si fa spiegare da chi ha visibilità. Che non sa più scegliere, e allora si fa scegliere dagli algoritmi. E se oggi la campagna elettorale si gioca a colpi di like e silenzi strategici, domani non ci sarà più nessuno disposto a giocare.


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