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La Germania blocca il prezzo dell’energia, l’Ue rischia grosso

La furia di Gozzi (Federacciai): "Due pesi e due misure, se Bruxelles permette ai Paesi con maggiore capacità fiscale di garantire prezzi dell’energia che spiazzano qualsiasi concorrenza, l'Ue rischia di implodere"

di Giovanni Vasso -


La Germania punta a bloccare il prezzo dell’energia e, adesso, tremano gli industriali italiani. Le notizie che arrivano da Berlino parlano di price cap, valevole solo per l’industria, pari a circa 50 euro al megawattora. Questo sarebbe il prezzo massimo per l’energia in Germania. Se la proposta al vaglio del governo diventasse realtà, per l’Europa, sarebbe l’ennesima strozzatura. Altro che mercato unico, si creerebbero distorsioni che favorirebbero, ovviamente, la produzione tedesca. L’Ue, adesso, deve agire. Glielo chiede pure Confindustria.

Il prezzo dell’energia, la Germania strappa sull’Ue

Il presidente di Federacciai Antonio Gozzi è una furia. Ha saputo dei progetti in Germania e ritiene di dover intervenire, a muso duro, per denunciare l’ennesimo atto che ferisce gli interessi italiani. Le parole di Gozzi sono nette e non ammettono repliche: “Il governo tedesco ha approvato misure per fissare il prezzo dell’elettricità per l’industria a 50 euro al MWh. Una decisione che desta forte preoccupazione per le profonde asimmetrie che sta creando nel mercato europeo e per l’approccio della Commissione Ue, che continua a utilizzare due pesi e due misure”. Gozzi aggiunge: “Mentre alla Germania viene riconosciuto un tetto triennale estremamente favorevole, l’Italia è stata bloccata e ritardata su Energy Release, con un intervento della Commissione che ne ha fatto slittare l’entrata in vigore di un anno, penalizzando imprese già sotto forte pressione competitiva”.

Due pesi, due misure: la solita storia a Bruxelles?

Il numero uno di Federacciai mette l’Ue di fronte alle conseguenze di un eventuale laissez-faire di fronte alle mosse della Germania sul prezzo dell’energia per l’industria: “Se l’Europa permette ai Paesi con maggiore capacità fiscale di garantire prezzi dell’energia che spiazzano qualsiasi concorrenza, l’Europa stessa – sottolinea Gozzi – rischia di implodere. Non è sostenibile continuare con un’interpretazione delle norme che favorisce pochi e danneggia molti”. Rileva, infine, il presidente Federacciai: “È l’opposto di ciò che Mario Draghi ha indicato nel suo rapporto: servono un prezzo unico europeo dell’energia e un fondo comune per sostenere la decarbonizzazione. Solo così si può costruire un’industria europea competitiva e un mercato davvero integrato”.


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