Massimiliano Prete ridisegna il panettone italiano e guida l’arte bianca verso l’eccellenza moderna
Massimiliano Prete entra nella stagione dei lievitati come entra chi ha passato anni tra impasti seri e forni bollenti: passo sicuro, idee ferme, rispetto assoluto per la materia. Il suo panettone arriva sul banco da assaggio con l’autorevolezza di un prodotto che nasce da studio, tecnica e una certa ostinazione artigianale. Prete vive la lievitazione come un territorio vasto: pizza, pane, grandi dolci, tutto rientra nella stessa logica. Al centro resta la volontà di dare struttura, profumi e identità a un impasto che pretende disciplina e mano calma.
Il panettone classico come dichiarazione di metodo
Il classico apre la serie come una dichiarazione di metodo. Trentaquattro, trentasei ore di lavoro lento, pasta madre in piena forma, burro delle Fattorie Fiandino che entra in punta di piedi ma arriva fino alla fine della fetta.
La cupola ha una luce propria, calda, tendente al caramello scuro. Dentro si apre una trama ambrata, elastica, con canditi Morandin che rilasciano agrumi veri, zero stuccature.
Il taglio regala una fetta che respira, solida e soffice insieme. Il profilo aromatico mescola burro fresco, arancia, mandarino, vaniglia del Madagascar. In bocca resta equilibrio, pulizia, leggerezza. Un classico trattato come si tratta un caposaldo: senza derive creative inutili.
Il panettone di Massimiliano Prete: la variante caffè e cioccolato bianco
La variante caffè e cioccolato bianco mostra un’altra intenzione: contrasto guidato, tensione aromatica, precisione. Il caffè entra deciso, il cioccolato bilancia con una dolcezza che avvolge senza coprire. La fetta regala ritmo, rilanci continui, un finale che invita al bis.
Albicocca, cioccolato fondente e bergamotto: la sfida sensoriale
La versione albicocca, cioccolato fondente e bergamotto alza la sfida. Prete compone un impasto che accoglie frutta candita di qualità alta, cacao al 63% e la freschezza tagliente del bergamotto di Corrado Assenza.
Risultato: un lievitato che punta su carattere, acidità viva, profondità. È la scelta di chi vuole uscire dalla comfort zone e mettere alla prova il palato.
La novità 2025: yuzu e nocciola Piemonte IGP
L’uscita più attesa della serie 2025 arriva con yuzu e nocciola Piemonte IGP. Prete intreccia l’agrume orientale con la regina delle colline piemontesi, creando un profilo elegante, vibrante, ricco di sfumature.
La nocciola porta rotondità e corpo, lo yuzu regala freschezza, verticalità, una scia aromatica rara. La fetta diventa un viaggio breve ma intenso, capace di sorprendere senza forzature. È il panettone che racconta una visione contemporanea, aperta, colta, costruita senza eccessi.
Il panettone di Massimiliano Prete: la cura maniacale della struttura
Il tratto distintivo di Prete resta la cura maniacale per la struttura interna: alveolatura misurata, umidità controllata, aromi calibrati. Tutto scorre con fluidità, senza sbavature.
La mano artigiana è evidente in ogni scelta: farine selezionate, riposi calibrati, lievitazioni studiate come fossero partenze d’orchestra.
Una serie coerente e di ampio respiro
Il risultato finale è una serie di panettoni che parla a pubblici diversi senza perdere coerenza. Il classico rassicura, le varianti spingono in avanti, la novità 2025 firma la direzione futura.
Prete offre un prodotto che esce dal coro, lontano da mode passeggere e repliche stanche. Un lievitato che rispetta la storia ma guarda oltre.
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