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Epstein files/1: il potere globale vero dietro lo scandalo sessuale

L'annuncio della verità finale, ma molti documenti potranno rimanere oscuri

di Angelo Vitale -


Donald Trump ha fatto il grande annuncio: la firma sull’Epstein Files Transparency Act, il disegno di legge che obbliga il Dipartimento di Giustizia a rendere pubblici tutti i files e i documenti non classificati su Jeffrey Epstein e sullo scandalo sessuale che ne è derivato.

Un atto di trasparenza sul caso Epstein files?

La mossa sembra un atto di trasparenza ma molti osservatori la interpretano come un gesto calcolato. Un messaggio al Congresso e all’opinione pubblica, un colpo simbolico più che un’apertura totale.

Dietro il gesto, le istituzioni chiave — il DOJ e l’FBI — conservano ancora il potere di bloccare o ritardare la divulgazione di documenti sensibili. Secondo la legge, possono trattenere materiali se ritengono che la loro pubblicazione interferisca con indagini attive. E le indagini attive ci sono: riciclaggio di denaro, transazioni finanziarie complesse, possibili co‑cospiratori di Epstein.

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Dallo scandalo sessuale alla scena mondiale del potere

Ma la vicenda degli Epstein files non è più solo lo scandalo sessuale che tutti hanno imparato a conoscere. DropSiteNews, un sito investigativo, ha smantellato questo racconto riduttivo, scoprendo un altro Epstein. Un broker dell’intelligence, un mediatore geopolitico, un uomo che dialogava con ex primi ministri, ufficiali di agenzie segrete e potenti banche.

Tra il 2012 e il 2016 Epstein coltivò una rete riservata con Ehud Barak, ex primo ministro israeliano, e Yoni Koren, ex agente dell’intelligence di Israele. Koren soggiornava settimane nell’appartamento di Epstein a New York e riceveva fondi tramite conti legati al magnate.

Nel frattempo, Epstein agevolava un back-channel — un canale non ufficiale, parallelo alla diplomazia classica — tra Barak e funzionari russi durante la guerra in Siria, per discutere eventuali piani su Assad lontano da occhi indiscreti. In queste email riservate Epstein avvertiva di essere accorti , menzionando un “numero 1” che molti analisti interpretano come il capo del Mossad.

Non solo Medio Oriente

Non solo Medio Oriente. Tra il 2014 e il 2015 Epstein e Barak collaborarono su progetti di sorveglianza in Costa d’Avorio, pianificando monitoraggi telefonici e internet con società israeliane di cyber-intelligence. E tra il 2014 e il 2016 Epstein tentò persino di creare un fondo — tramite la banca svizzera Rothschild — per finanziare startup israeliane dedicate alle “armi cibernetiche”.

Al tavolo della finanza e dell’intelligence spuntava anche Ariane de Rothschild, nome pesante nell’alta finanza europea, contattata direttamente da Epstein e Barak.

La firma di Trump

Trump firma per una supposta trasparenza, quindi. Rassicura il Congresso che ha forzato l’approvazione. Consolida l’immagine di “uomo che svela i segreti”; ma lascia inalterato il cuore oscuro del potere.

Il DOJ – secondo le voci più critiche – potrebbe ancora trattenere i documenti più compromettenti, quelli che legano Epstein a figure politiche, finanziarie e di intelligence internazionali.

La tensione è palpabile, perché Trump ha ordinato un’indagine sui rapporti Epstein‑Clinton, coinvolgendo l’Attorney General Pam Bondi e l’FBI. Vuole gettare l’attenzione sui legami tra Epstein e importanti democratici: Bill Clinton, Larry Summers, Reid Hoffman, J.P. Morgan e Chase, dice lui.

Non una semplice caccia alla verità: strategia politica, un modo per aggirare il focus su di lui e continuare ad alimentare sospetti.

Nel mirino della possibile verità, non solo Epstein. C’è il sistema che gli ha permesso di agire: élite politiche, network finanziari, strutture di intelligence. Quei segreti potrebbero cambiare per sempre la percezione del caso Epstein. Da eclatante ma semplice scandalo sessuale a nodo strategico in una trama globale più grande.

Non la fine del caso, l’inizio di una nuova partita politica e giudiziaria. Il pubblico attende i documenti, ma la posta in gioco è molto più alta. Dietro la firma di Trump, un rinnovato gioco di potere. Segreti e manipolazioni che stanno ancora oggi modellando la scena globale.

Epstein, con i suoi rapporti con Israele, per esempio, ha tracciato una strada. Altri personaggi eccellenti l’hanno percorsa, anche più recentemente.

(continua)


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