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Esteri

Ucraina, niente colpi di testa. Gli Usa vogliono mantenere il dialogo con la Russia

Il vertice al Cremlino e le mosse dell'Italia

di Ernesto Ferrante -


Serve calma. La delegazione statunitense ha fatto ritorno negli Stati Uniti subito dopo il vertice di cinque ore al Cremlino. Cancellate ulteriori tappe in Europa. Steve Witkoff e Jared Kushner sono stati richiamati a Washington da Donald Trump, probabilmente indispettito per la piega presa da alcuni alleati europei. Ogni mossa deve essere studiata e pensata bene, per evitare che il banco salti di nuovo. I successi sul campo di battaglia in Ucraina hanno rafforzato la posizione negoziale della Russia. “I nostri soldati, attraverso le loro imprese militari, hanno contribuito a rendere più appropriate le valutazioni dei nostri partner sui percorsi verso un accordo di pace”, ha detto il consigliere del Cremlino, Yuri Ushakov. Un aspetto che il tycoon ha sicuramente considerato, a differenza di qualche super “volenteroso”.

La posizione italiana sull’Ucraina dopo gli ultimi eventi

Due mosse italiane confermano indirettamente la linea statunitense: lo slittamento del decreto per la fornitura di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina e le dichiarazioni della premier Meloni. Non è un mistero che i governi di Roma e Budapest siano considerati i più affidabili nell’Ue da Donald Trump.

“Io penso che siamo in una fase nella quale bisogna misurare molto bene le parole, bisogna evitare tutto quello che può generare confusione, che può spaventare, che può far surriscaldare gli animi”, ha sottolineato in Bahrein Giorgia Meloni, interpellata sulle parole dell’ammiraglio Nato Cavo Dragone sugli “attacchi ibridi preventivi” alla Russia. L’ammiraglio, secondo la leader di Fdi, si sarebbe riferito alla cybersicurezza.

La posticipazione del dl per prorogare la cessione di armi a Kiev “è una questione logistica. La possibilità di inviare aiuti all’Ucraina scade il 31 di dicembre, noi faremo altri Consigli dei ministri prima di quella data. Il decreto ci sarà”, ha aggiunto il presidente del Consiglio italiano.

I colloqui al Cremlino tra Usa e Russia

Steve Witkoff e Jared Kushner hanno presentato a Vladimir Putin quattro nuovi documenti in relazione al piano di pace messo a punto dagli Stati Uniti, dopo i negoziati di Miami e Ginevra con gli ucraini. La prospettiva di un’adesione dell’Ucraina alla Nato è stata “una questione chiave” dei colloqui tra Russia e Usa, ha precisato Yuri Ushakov, il principale collaboratore di Putin. La presidenza russa ha fatto sapere che “nessun compromesso” è stato ancora raggiunto sulla delicata questione dei territori.

Umerov aggiorna gli alleati

Il capo dei negoziatori ucraini, Rustem Umerov, ha partecipato ieri a Bruxelles a un “lungo e produttivo incontro con i consiglieri per la sicurezza nazionale di Germania, Francia, Italia, Polonia, Finlandia e Regno Unito”. Lo ha comunicato lo stesso Umerov in un post su X, evidenziando che alla riunione hanno preso parte anche rappresentanti di Ue e Nato. “Ho fornito ai miei colleghi un aggiornamento dettagliato sui negoziati a Ginevra e in Florida e sui prossimi passi del processo diplomatico. È importante che l’Europa rimanga un attore attivo, sia per ottenere la pace sia per definire l’architettura della sicurezza futura”, ha proseguito Umerov.

Il nodo degli asset della Russia

Continua a tenere banco la questione del cosiddetto prestito di riparazione che la Commissione Europea vorrebbe erogare all’Ucraina utilizzando i beni congelati alla Banca centrale della Federazione Russa. “La posizione che abbiamo mantenuto in tutti gli sforzi che abbiamo potuto dispiegare per sostenere la Commissione nel facilitare varie opzioni è la seguente: ho detto molto chiaramente, e lo ha detto anche il team intorno a me, che faremo tutto il possibile, ma non violeremo il Trattato” sul funzionamento dell’Ue, ha chiarito la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, rimarcando che se la Bce “agisse da backstop per sostituire gli impegni che gli Stati membri dovrebbero dare al Belgio, dove il rischio è concentrato, sotto forma di garanzie” andrebbe a violare l’articolo 123.

La mobilitazione dei giovani tedeschi

A dispetto di certe cancellerie, gli studenti tedeschi scendono in piazza contro la legge sulla leva volontaria, che il Parlamento di Berlino sta per approvare . Le manifestazioni hanno un titolo ambizioso: “Friday for peace”. Sono la sconfessione di un bellicismo postumo, fuori dal tempo e da ogni logica. Occorre la pace. Anche negli Usa sembrano averlo capito.


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