Donald Trump ha fatto sprofondare i “volenterosi” europei in un incubo. Sul più bello, mentre tutti bardati e con gli elmetti tirati a lucido pontificavano su asset russi da spolpare, grappoli di munizioni come se piovesse e Putin in ginocchio sui ceci al tavolo delle trattative, si sono ritrovati con le mani in una posizione poco elegante: una davanti e l’altra dietro. Il piano emendato da 24mila punti, tanti quanti i baci della celebre canzone di Celentano, è carta straccia. Troverà posto in fondo al cassetto dei sogni di chi è condannato a vagare nel limbo degli “ininfluenti”.
La sicurezza nazionale Usa nella visione di Trump
La nuova Strategia di sicurezza nazionale Usa, pubblicata dalla Casa Bianca e firmata dal presidente Donald Trump, ridisegna il “perimetro” delle azioni e delle relazioni statunitensi. Nel documento di 33 pagine, basato sul principio “America first”, l’Europa è vista come una civiltà in declino. Poca attenzione viene riservata al Medio Oriente e all’Africa. I riflettori sono puntati sull’emisfero occidentale.
L’obiettivo primario individuato dal “Corollario Trump” alla Dottrina Monroe, è la protezione del territorio nazionale. La revisione trumpiana del concetto elaborato dal presidente James Monroe nel 1823, non ne ha alterato la sostanza: gli Stati Uniti non tollereranno interferenze straniere dannose nel proprio emisfero. Rispetto ai partner il testo afferma che “i termini delle nostre alleanze e le condizioni in base alle quali forniamo qualsiasi tipo di aiuto devono essere subordinati alla riduzione dell’influenza esterna avversaria, al controllo di installazioni militari, porti e infrastrutture chiave e all’acquisto di asset strategici in senso lato”.
Il peso delle guerre degli altri
Il tycoon non vuole più dilapidare energie per i conflitti innescati da altri. È interesse fondamentale degli Stati Uniti “negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina” al fine di “prevenire escalation involontarie o un’espansione della guerra e ripristinare una stabilità strategica con la Russia”. Washington vuole inoltre “mettere fine alla percezione, e prevenire la realtà, di una Nato come alleanza in perpetua espansione”.
Dura accusa ai leader europei
Pesantissimo il passaggio che riguarda i rappresentanti europei: “L’amministrazione Trump si trova in contrasto con i leader europei che nutrono aspettative irrealistiche riguardo alla guerra, appoggiati da governi di minoranza instabili, molti dei quali calpestano i principi fondamentali della democrazia per reprimere l’opposizione.
La grande maggioranza degli europei vuole la pace, ma questo desiderio non si traduce in politiche concrete, in gran parte a causa della sovversione dei processi democratici da parte di quei governi”. Un colpo durissimo alla credibilità di alcune cancellerie e, di riflesso, ai vertici dell’Ue asserragliati a Bruxelles in virtù di mediazioni al ribasso e accordi sottobanco.
Le rivelazioni di Reuters sul nuovo assetto Nato
La seconda bordata è stata anticipata dall’agenzia britannica Reuters. Gli Stati Uniti vogliono che l’Europa assuma la maggior parte delle capacità di difesa convenzionale della Nato, dall’intelligence ai missili, entro il 2027. Il messaggio è stato trasmesso durante una riunione tenutasi questa settimana tra il personale del Pentagono e diverse delegazioni europee. Il trasferimento dell’onere ai membri europei dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico muterebbe radicalmente il modo in cui gli Usa, membro fondatore dell’alleanza, collaborano con i loro partner militari più importanti.
Ancora in programma l’incontro Putin-Trump
Il consigliere del Cremlino Yury Ushakov, in un’intervista all’emittente russa Zvezda, ha ribadito che la Russia sta proseguendo i propri colloqui di pace con gli Stati Uniti, mentre ha sottolineato che, al contrario, non c’è dialogo con la parte europea. Un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Donald Trump “potrebbe succedere, naturalmente” nel prossimo futuro.
Mosca continuerà l’operazione militare speciale se non sarà possibile raggiungere i suoi obiettivi con mezzi pacifici. Lo ha fatto sapere il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. Confermata l’apertura ai negoziati, l’interesse a proseguirli e “ad avviare un lavoro serio sulla base del progetto di documento preparato dal team di Trump”. Altre opzioni non sono contemplate.