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Salute

Quando il dolore lombare invade la vita quotidiana e la qualità del movimento

di Redazione -


Siamo in uno studio osteopatico e riabilitativo di Milano per affrontare una delle patologie strutturali più ricorrenti e invalidanti a carico del tratto lombare della colonna, la lombo-sciatalgia, più comunemente chiamata sciatica. Abbiamo posto alcuni quesiti alla dottoressa Silvia Francese, osteopata e fisioterapista, che da vent’anni si occupa di patologie e disfunzioni strutturali dello scheletro.

Cos’è la sciatica e quali sono i sintomi legati all’insorgenza di questa patologia?

“La lombo-sciatalgia, o radicolopatia lombare, deriva da un’irritazione o da una compressione del nervo sciatico, detto anche ischiatico. Si tratta di un nervo misto, perché trasmette informazioni sia in entrata che in uscita, ed è il più lungo e voluminoso del corpo umano. Origina dalle ultime vertebre della colonna lombare e scende lungo la gamba, attraversando gluteo, coscia, ginocchio e polpaccio, fino ad arrivare al piede. Ecco perché il dolore lombo-sciatalgico, partendo dalla colonna, può irradiarsi fino al tallone. Il primo sintomo è il dolore, che spesso compare dopo il mantenimento di una posizione fissa e prolungata e può accentuarsi anche con un colpo di tosse o uno starnuto. A questo si possono associare formicolio, intorpidimento della gamba e riduzione del tono muscolare”.

Esistono disfunzioni della colonna che possono causare la sciatica?

“Tra le cause principali troviamo le discopatie, cioè l’alterazione degenerativa dei dischi intervertebrali, veri e propri cuscinetti protettivi che funzionano come ammortizzatori tra una vertebra e l’altra. I dischi permettono la flessibilità della schiena e l’assorbimento degli urti, ma possono andare incontro a processi degenerativi, disidratarsi e favorire l’artrosi vertebrale. Anche in presenza di un disco sano e ben idratato può però comparire un’ernia discale, cioè la fuoriuscita del nucleo polposo, che determina una compressione a livello del nervo sciatico. È fondamentale che lo specialista sappia effettuare una corretta diagnosi differenziale, perché talvolta dietro un semplice mal di schiena si possono celare patologie più serie come tumori spinali, stenosi del canale vertebrale o spondilolistesi”.

Esistono esami specifici utili per la diagnosi di lombo-sciatalgia?

“Le tecnologie diagnostiche consentono oggi valutazioni cliniche molto accurate. Risonanza magnetica, TC o anche una semplice radiografia permettono di analizzare lo stato della colonna e individuare eventuali disfunzioni”.

Quando è opportuno rivolgersi all’osteopata e in cosa consiste il trattamento in caso di sciatica?

“L’osteopata può intervenire già all’insorgere della fase infiammatoria, quindi nella fase acuta. Torno a sottolineare l’importanza della diagnosi differenziale, che lo specialista effettua attraverso test ortopedici, neurologici e, quando disponibili, esami strumentali, per confermare che si tratti effettivamente di una patologia strutturale di origine lombo-sciatalgica. Il paziente può essere sottoposto a trattamento osteopatico anche durante una terapia con antinfiammatori, mentre è preferibile attendere nel caso di somministrazione di corticosteroidi. In genere è consigliabile mantenere una distanza di circa dieci ore dall’ultima assunzione del farmaco e riprenderlo dopo il trattamento. Una presa in carico precoce, già in fase acuta, può ridurre la sintomatologia dolorosa e accelerare il recupero. La scelta delle tecniche manipolative più adatte spetta allo specialista, sulla base della valutazione obiettiva e delle caratteristiche del paziente”.

Quali consigli possono aiutare a prevenire un attacco di sciatica?

La prevenzione resta lo strumento più efficace. Serve uno stile di vita equilibrato, sia dal punto di vista alimentare e idratativo sia in termini di movimento. È utile seguire una dieta mediterranea, praticare attività fisica con regolarità e bere acqua a sufficienza, preferibilmente naturale e a temperatura ambiente, eventualmente integrata con sali. Conta molto anche il controllo della postura, soprattutto quando si resta seduti a lungo, in auto o alla scrivania, per evitare alterazioni delle curvature fisiologiche della colonna. È consigliabile mantenere attiva la muscolatura addominale. Un altro aspetto fondamentale riguarda il materasso, che deve essere adeguatamente rigido e non eccessivamente usurato, indicativamente da sostituire dopo dieci o quindici anni.

Aggiungo che l’attacco lombo-sciatalgico, comunemente definito colpo della strega, non riguarda una fascia di età specifica. Negli ultimi anni capita sempre più spesso di vedere persone giovani sviluppare questa patologia, talvolta fino a una forma cronica. I consigli di prevenzione valgono quindi per tutte le età”.

di CLAUDIO CIRINESI

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