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Boom agriturismi: in 2 milioni a Natale in campagna

In Italia ormai 26mila strutture, un'economia da 2 miliardi di euro

di Dave Hill Cirio -


Oltre due milioni di italiani scelgono gli agriturismi per le feste di Natale: è boom. La campagna come palcoscenico, ma con contraddizioni profonde. Il turismo rurale appare in crescita, ma si allontana dai valori originari: molte strutture privilegiano comfort, suite e pacchetti preconfezionati più che attività agricole.

Il boom degli agriturismi a Natale

La vacanza si trasforma in consumo, e l’esperienza autentica spesso resta rara. Per Coldiretti e Campagna Amica, in Italia risultano oltre 26mila agriturismi attivi, in aumento del 5% rispetto al Natale 2024. Il valore della produzione agrituristica ha raggiunto 1,9 miliardi di euro, con crescita del 15,4% sul 2022.

La Toscana guida la classifica regionale con quasi 5mila e 800 strutture attive, seguita da Trentino Alto Adige, Lombardia e Lazio. In Sardegna e Lazio la crescita percentuale maggiore (+3,5% e +3,3%).

Gli arrivi stimati nel 2025 superano 5,1 milioni, con una crescita costante negli ultimi dieci anni. A bassa voce, però alcuni gestori segnalano difficoltà: osservano che la domanda spinge a seguire le mode turistiche più che a valorizzare la produzione agricola. E i costi di ristrutturazione, personale e promozione superano spesso i ricavi dai soggiorni, rendendo complicato trarre vantaggi economici reali dal boom.

Le critiche

Una critica autorevole risale a sei anni riportata dal media specializzato Teatro Naturale: “La domanda globale di agriturismo è in crescita, ma l’offerta cresce in percentuali enormemente superiori. Il tasso di occupazione di molte strutture cala sotto il livello di sopravvivenza economica”.

Anche i turisti percepiscono la trasformazione e che qualcosa continua a cambiare. frequenti sui blog commenti che riferiscono di agriturismi che oggi sembrano solo hotel in campagna. Con un’esperienza diventata inafferrabile. Intanto, sempre più italiani scelgono queste strutture per risparmiare rispetto a hotel tradizionali, combinando convenienza economica e ricerca di autenticità.

I dubbi sulla crescita che esclude l’esperienza rurale

I dubbi sulla reale identità dell’agriturismo al giorno d’oggi non sono pochi. Alcune strutture operano più come relais che come aziende agricole. La componente agricola resta marginale, le esperienze genuine convivono con corsi brevi, degustazioni in serie e pacchetti di offerte, spesso pensati per i social. Si apre un’altra piega: il boom degli agriturismi riflette uno sviluppo territoriale ambiguo. Le zone interne ottengono nuova economia, ma cresce il rischio di gentrificazione rurale e di standardizzazione.

Chi resta fedele all’idea dell’agriturismo originario fatica a competere. Le strutture più urbanizzate attraggono flussi turistici, ma svuotano il senso di una vacanza verde nutrita di molte aspettative. Il l turismo esperienziale italiano si mostra così duplice: offre opportunità uniche di scoperta, ma rischia di trasformare le campagne in scenografie più che in luoghi viventi. I numeri registrano crescita, ma l’autenticità si assottiglia.

E se una vacanza in agriturismo diventasse marketing più che esperienza, il vero ritorno non sarebbe nelle emozioni, ma in conti correnti che sorridono senza raccontare storie.


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