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Cronaca

Nuova esplosione a Mosca. Uccisi due poliziotti

di Redazione -


La notte del 24 dicembre ha riportato il terrore nelle strade di Mosca. Un’auto è esplosa in via Yaseneva, la stessa arteria dove appena due giorni prima era avvenuto un altro attentato in cui ha perso la vita il generale Fanil Sarvarov, alto ufficiale dell’esercito russo. Questa volta le vittime sono due agenti della polizia stradale, inizialmente ricoverati in ospedale in gravi condizioni e poi deceduti. La conferma è arrivata dal Comitato Investigativo Russo, mentre il paese si preparava a celebrare il Natale ortodosso.

Attentato a Mosca in piena notte

L’esplosione è avvenuta intorno all’una di notte, ora locale. Secondo le prime ricostruzioni diffuse sui social network e riprese dai media ucraini, una o più persone sconosciute avrebbero lanciato un ordigno esplosivo all’interno dell’auto attraverso il finestrino. Una versione alternativa ipotizza invece che l’esplosivo fosse stato posizionato vicino al veicolo e fatto detonare al momento in cui i due agenti sono saliti a bordo. Testimoni presenti nella zona hanno riferito di aver visto almeno due figure fuggire velocemente dal luogo dell’attentato subito dopo l’esplosione.

I residenti della zona hanno raccontato di aver sentito almeno due esplosioni distinte che hanno squarciato il silenzio della notte moscovita. L’incidente è avvenuto nelle immediate vicinanze di una stazione di polizia, quasi nello stesso punto esatto dove l’auto del generale Sarvarov era stata distrutta il 22 dicembre, creando un inquietante legame tra i due episodi.

Il precedente attentato al generale Sarvarov

L’assassinio del generale Sarvarov aveva precedentemente già scosso la Russia. L’alto ufficiale, figura chiave nell’apparato militare russo, era stato ucciso in quello che è apparso subito come un attentato mirato e ben orchestrato. La nuova esplosione nella stessa via solleva ulteriori interrogativi: si tratta di una coincidenza o di eventi terroristici ben organizzati? Le autorità investigative russe mantengono il massimo riserbo sulle indagini, ma l’impressione è che Mosca stia affrontando una serie coordinata di attacchi nel cuore della capitale.

Notti di droni e allerte continue

Inoltre, nella stessa notte si sono intensificate le operazioni di guerra. Il sindaco di Mosca, Sergey Sobyanin, ha comunicato che il sistema di difesa aerea russo ha distrutto due droni in rotta verso la capitale. In totale, secondo il ministero della Difesa russo, nella notte sono stati abbattuti 172 droni ucraini in diverse regioni del paese. La maggior parte – 110 – sono state intercettate nella regione di Bryansk, al confine con l’Ucraina. Altri 20 sono stati distrutti nella regione di Belgorod, 14 in quella di Kaluga, 12 a Tula, in una notte di fuoco che ha coinvolto gran parte della Russia occidentale.

I rottami di uno dei droni abbattuti sono caduti su uno stabilimento nella regione di Tula, provocando un incendio fortunatamente senza vittime. Intanto, nella città di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina, raid russi hanno causato due feriti e diversi incendi.

Mentre le autorità russe indagano, nascono inevitabilmente altre domande. Chi ha colpito nella via Yaseneva e perché proprio in quel punto? I due agenti della polizia stradale erano obiettivi casuali o prestabiliti? E soprattutto: cosa significa questa escalation di violenza nel cuore di Mosca, una città che sembrava al riparo dagli effetti diretti del conflitto? La guerra, che la Russia pensava di poter tenere lontano dai suoi confini, sembra essere arrivata troppo vicina al Cremlino.

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