Politica

Crepe nel governo sull’obbligo di mascherine

Dopo Costa, anche l’altro sottosegretario alla Salute Sileri contesta la permanenza della misura nelle scuole. L’esponente M5s promette inoltre in vista dell’autunno: “Basta chiusure”

di Federico Cenci -


Nemmeno Scipione l’Africano riesce a far desistere Speranza e i suoi. L’ondata di calore che si è riversata sull’Italia quest’oggi è micidiale. Temperature fino a 40 gradi in alcune città, sole rovente, venti assenti o quasi: in queste condizioni diventa oltremodo insopportabile, soprattutto per i bambini, l’obbligo di indossare la mascherina durante il tempo di permanenza a scuola. Eppure, il governo ha deciso di andare avanti fino al termine dell’anno scolastico. Non una misura sanitaria, ma una scelta politica: lo ha detto in modo inequivocabile nei giorni scorsi il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Il quale ha sottolineato che secondo lui esisterebbero le condizioni per far togliere il dispositivo dal volto ai bambini durante le lezioni, ma all’interno dell’esecutivo ha prevalso la linea della fermezza, benché inspiegabile in termini scientifici.

Ora, sulla stessa linea di Costa si è collocato l’altro sottosegretario alla salute, il 5Stelle Pierpaolo Sileri. Intervenuto a “Un giorno da pecora” su Rai Radio1, ha affermato: “Sono favorevole all’addio alle mascherine. Basta. È stata utile. Ma con la circolazione attuale, soprattutto quella osservata nell’ultima settimana e il calo cospicuo dei ricoverati, non serve”. Sileri, che a differenza di Speranza è anche un medico, ha dunque aggiunto: “Anche a scuola, oggi come oggi, la mascherina è inutile. Un ragazzo ha molte più chance di infettarsi fuori dalla scuola che dentro. La scuola è un posto sicuro”. In effetti, è alquanto singolare che gli studenti siano costretti a indossare la mascherina quando sono a scuola, salvo poterla togliere mentre svolgono attività di gruppo altrove. Del resto non c’è da stupirsi di simili anomalie: come ha spiegato Costa, l’obbligo è una mera “scelta politica”. È una sorta di segnale d’emergenza che il governo non intende spegnere nemmeno dinnanzi a una netta flessione della curva epidemica e nemmeno a fronte di un caldo asfissiante.

Questa linea della fermezza, tuttavia, continua ad allargare la crepa del dissenso all’interno della maggioranza. Dapprima le parole di Costa, oggi quelle di Sileri sono chiari segnali di divergenza che giungono dai piani alti del ministero della Salute nei confronti del suo vertice, ovvero di Speranza e consulenti vari. Dopo che oggi è caduto l’obbligo di Green Pass per chi arriva in Italia, il 15 giugno salvo proroghe verranno meno anche l’obbligo di mascherine in teatri, cinema, sale concerto e palazzetti dello sport nonché l’obbligo vaccinale per ultracinquantenni, forze dell’ordine e lavoratori della scuola. Il ministero della Salute varerà un’estensione dei provvedimenti? Sull’argomento ieri il ministro Speranza è stato evasivo: “Sono tutte valutazioni ancora da compiersi”, ha detto aggiungendo che “non c’è nessuna decisione già assunta”. Lo stesso esponente di LeU, così accorto rispetto al brevissimo termine, lo è ancora di più rispetto all’autunno prossimo, quando si prevede l’arrivo di una nuova ondata del virus: il suo è un invito a “essere preparati”, perché “tutte le discussioni che stiamo facendo dal G7 all’Oms, alla Commissone europea, ci dicono che la partita non è finita”. Ma anche sull’approccio alla prossima ondata, il governo si divide. Infatti Sileri, dal canto suo, proferisce ottimismo: “In autunno ci sarà una recrudescenza della circolazione virale con la variante più attuale, Omicron 2, o un’altra variante, ma nessuna chiusura: le restrizioni appartengono al passato”. Dove non è riuscito Scipione l’Africano, riuscirà forse Sileri?


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