Ong denuncia possibile furto di organi dai cadaveri palestinesi
Secondo la Ong Euro-Med Human Rights Monitor, l’esercito israeliano avrebbe rubato gli organi di dozzine di palestinesi uccisi. L’organizzazione, nel tentativo di chiarire la questione, ha chiesto la creazione di un comitato investigativo internazionale indipendente.
Euro-Med Monitor aveva già documentato la confisca da parte dell’esercito israeliano di dozzine di cadaveri dal complesso medico Al-Shifa e dall’ospedale indonesiano nel nord della Striscia di Gaza, e di altri nelle vicinanze del cosiddetto “corridoio sicuro” destinata agli sfollati diretti verso le parti centrali e meridionali della Striscia. Secondo la Ong l’esercito israeliano avrebbe anche dissotterrato e confiscato i corpi di una fossa comune allestita più di 10 giorni fa in uno dei cortili del complesso medico Al-Shifa.
Mentre dozzine di cadaveri sono stati consegnati al Comitato internazionale della Croce Rossa, che a sua volta li ha trasportati nel sud della Striscia di Gaza per completare il processo di sepoltura, l’esercito israeliano trattiene ancora i corpi di dozzine di persone morte.
Le preoccupazioni per il furto di organi dai cadaveri sono state sollevate dall’organizzazione in seguito ai rapporti di diversi medici di Gaza che hanno rilevato coclee e cornee mancanti, nonché altri organi vitali come fegato, reni e cuore.
Il furto di organi non può essere provato o smentito, dal momento che più corpi sono stati sottoposti a procedure chirurgiche prima della morte. Inoltre, è impossibile condurre un esame analitico completo dei cadaveri recuperati a causa degli intensi attacchi aerei e di artiglieria e dell’afflusso di civili feriti.
Israele ha una lunga storia nel trattenere i corpi dei palestinesi morti, poiché conserva i resti di almeno 145 palestinesi nei suoi obitori e di circa 255 nel suo “Cimitero dei numeri”, che è vicino al confine giordano e vietati al pubblico. Secondo l’organizzazione per i diritti con sede a Ginevra, Israele conserva i corpi dei palestinesi morti in quelle che definisce “tombe di combattenti nemici”, che sono fosse comuni nascoste situate in zone militari chiuse.
Secondo il gruppo per i diritti umani, Israele ha recentemente reso legale detenere i corpi dei palestinesi morti e rubare i loro organi. Una di queste decisioni è la sentenza della Corte Suprema israeliana del 2019 che consente al sovrano militare di seppellire temporaneamente i corpi in quello che è noto come il “Cimitero dei Numeri”. Entro la fine del 2021, la Knesset israeliana aveva approvato leggi che consentivano all’esercito e alla polizia di trattenere i corpi dei palestinesi morti.
La dottoressa israeliana Meira Weiss ha rivelato nel suo libro “Over Their Dead Bodies” che gli organi prelevati da palestinesi morti vengono utilizzati nella ricerca medica presso le facoltà di medicina delle università israeliane e trapiantati nei corpi di pazienti ebrei-israeliani. Ancora più preoccupanti sono le ammissioni fatte da Yehuda Hess, ex direttore dell’Istituto israeliano di medicina forense Abu Kabir, sul furto di tessuti umani, organi e pelle di palestinesi morti senza che i loro parenti ne fossero a conoscenza o approvassero.
Come ogni altro Paese, Israele deve rispettare le norme del diritto internazionale, che stabiliscono la necessità di rispettare e proteggere i corpi dei morti durante i conflitti armati. La Quarta Convenzione di Ginevra INFATTI sottolinea che “ciascuna parte in conflitto deve adottare tutte le misure possibili per impedire che i morti vengano mutilati” e deve riconsegnare i corpi dei defunti affinché possano essere seppellite con dignità e in conformità con le loro convinzioni religiose.
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