Politica

Abruzzo: Marsilo in vantaggio. Affluenza in aumento

di Giuseppe Ariola -


Chiusi i seggi in Abruzzo, con un’affluenza in aumento di quasi l’1% rispetto alle regionali del 2019, per questo secondo appuntamento elettorale del 2024. Una sfida quella tra Marco Marsilio e Luciano D’Amico che, a poche settimane dalla vittoria della grillina Alessandra Todde in Sardegna, agevolerà la lettura degli attuali equilibri politici tra centrodestra e centrosinistra. Le proiezioni danno un vantaggio di 10 punti a favore del primo, un dato al momento confermato anche dalle sezioni già scrutinate.

Entrambi contano sei liste a sostegno della propria candidatura: la coalizione che appoggia Marsilio è composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, lista Marsilio presidente, Dc-Udc e Noi moderati. ‘Patto per l’Abruzzo’. Quella che sostiene D’Amico da Partito democratico, M5S, lista Abruzzo Insieme-D’Amico presidente, Alleanza verdi sinistra, Azione (Socialisti-Popolari-Riformatori), Riformisti e civici (Psi-Abruzzo vivo).
Non sono mancate polemiche e accuse incrociate per presunte violazioni del silenzio elettorale, specialmente per alcune dichiarazioni rilasciate da Marca Travaglio nel corso di una trasmissione in onda sabato sera. Marsilio ha annunciato una querela e anche Fratelli d’Italia ha fatto sapere che “agirà in ogni sede opportuna contro questa gravissima violazione di ogni norma sulla regolarità della campagna elettorale”.
Tornando ai possibili esiti della competizione elettorale, che a differenza della Sardegna non prevede il voto disgiunto, fino alla chiusura dei seggi si confermano le sensazioni che hanno tenuto banco fino alla vigilia dell’apertura delle urne circa una battaglia tutta aperta tra il governatore uscente e lo sfidante, sebbene il basso incremento del numero di cittadini che si sono recati alle urne potrebbe risultare favorevole al candidato del centrodestra. In passato un aumento considerevole dell’affluenza nella regione ha infatti agevolato per lo più il centrosinistra, soprattutto dove le amministrazioni uscenti erano del campo opposto, complice il voto dei delusi generalmente propensi, invece, a disertare i seggi elettorali.


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