Economia

Accanimento terapeutico

di Giovanni Vasso -


Accanimento terapeutico. Il malato, cioè l’economia europea e, in particolare, italiana soffre nonostante i timidi segnali positivi di crescita. La Bce continua, imperterrita, ad alzare i tassi e a tenere una rigidissima politica monetaria. Che frena le prospettive e fa tremare le aziende. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, sbotta: “Comprendiamo contenere l’inflazione ma non si può rischiare di uccidere il paziente”.
Nel messaggio inviato dal numero uno di viale dell’Astronomia al digital talk Ey Italy Outlook 2023, Bonomi ha riferito di intravedere “segnali di sofferenza” che “arrivano anche dalla nostra economia”. Per il presidente di Confindustria: “Ci aspetta un anno di crescita ma modesta, una crescita superiore alle attese ma con variabili di incertezza che non ci devono far stare tranquilli”. La prima tra queste riguarda le scelte di politica monetaria che arrivano direttamente dalla Banca centrale europea: “C’è grande preoccupazione per questa corsa al rialzo dei tassi da parte delle banche centrali. Comprendiamo le politiche di contenimento di inflazione, ma non si può rischiare di uccidere il paziente per un accanimento terapeutico”. Bonomi ha dunque spiegato: “Il rischio è la recessione e non solo tecnica. Stiamo assistendo all’arretramento dell’economia tedesca legata a doppio filo con noi. La produzione industriale vive una frenata che ci preoccupa. Un’eccessiva stretta della Bce potrebbe peggiorare ulteriormente un quadro già incerto dove fare previsioni è difficile”.
Tra le voci scettiche sulla bontà delle scelte rialziste che arrivano da Christine Lagarde e soci c’è anche il ministro Giancarlo Giorgetti. Per lui, a differenza di altri Paesi, l’Italia si salva solo se c’è crescita economica. E, al momento, un grande ostacolo può essere rappresentato dai tassi troppo alti e dai venti di rigore che arrivano da Francoforte. “In questa guerra per contrastare l’inflazione, a cominciare dalla Germania ma inevitabilmente poi questa onda arriverà anche all’Italia pagheremo un prezzo in termini di potenziale di crescita che non sarà banale”. Il ministro ha poi aggiunto: “È una fase in cui credo tutti quanti, le politiche fiscali da un lato e quelle monetarie devono dosare con attenzione i tipi di intervento altrimenti il miraggio della crescita sarà rinviato a data da destinarsi”. Sui fatti di casa nostra, il titolare del Mef afferma: “La performance dell’economia italiana dipende soprattutto da come l’economia italiana è fatta, in realtà questa rete di piccole e medie aziende molto capaci di rispondere alle sfide ci ha aiutato molto di più rispetto ad altri. È chiaro che se si ferma la Germania le conseguenze per la nostra industria sono inevitabili e quindi speriamo che compensi il settore dei servizi, il turismo e non solo”.
Infine l’ultima stoccata ai falchi che volano sui cieli di Francoforte: “Bisogna volerla la crescita viviamo tempi non normali, dopo il Covid, la guerra e le conseguenze economiche della guerra ma anche un progressivo contesto di de-globalizzazione. L’aumento di talune categorie di prezzi dipende anche da questa frammentazione. Se per combattere l’inflazione devo indurre la recessione con una politica monetaria sempre più restrittiva io alla recessione ci arrivo e magari debello anche inflazione anche se questa non deriva solo dal surriscaldamento dell’economia”.


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