Economia

Pnrr, Mes e inflazione Giorgetti accusa: “Ue cavillosa”

di Giovanni Vasso -


Ma arriva o no questa terza rata del Pnrr? Il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti rassicura che il governo sta facendo del suo meglio ma stigmatizza il fatto che l’approccio della Commissione Ue sia “particolarmente cavilloso”. Bruxelles, insomma, continua a fare le pulci al piano, e per il titolare del dicastero di viale XX Settembre, se ci sono ritardi è colpa dell’occhiuta e puntigliosa burocrazia comunitaria.

Lo ha detto ieri sera, all’incontro per la celebrazione dei 145 anni del quotidiano romano Il Messaggero. Giorgetti ha spiegato, a proposito del Pnrr, che “mettere a terra tutte queste risorse ha imposto uno stress incredibile alla nostra pubblica amministrazione, stiamo facendo del nostro meglio» ma «c’è un approccio della Commissione europea particolarmente cavilloso”. Ma attenzione, non sarà dividendosi né attaccando che l’Italia vincerà la sua partita: “Il governo non ha nessuna intenzione di violare o spaccare il sistema ma sicuramente su queste tre partite stiamo facendo dei ragionamenti” e “cerchiamo di difendere l’interesse nazionale”. Per il ministro, dunque: “è legittimo che il governo si giochi le sue carte”.

Sul Mes, Giorgetti invita a una mediazione: “Come è normale ci sono posizioni diverse, mi sembra legittimo che il governo giochi le sue carte e quando il negoziato si chiuderà, con un compromesso, dovrà essere un compromesso di soddisfazione per tutti”. Secondo il ministro, inoltre, per quanto riguarda l’Italia è “importante la stabilità ma altrettanto la crescita”. Un modello, forse, può arrivare da Berlino: “L’approccio tedesco che bisogna ridurre il rapporto debito-pil ma se non facciamo crescita non si può ridurre questo rapporto”.

Ma se si vuole crescere occorrerebbe anche creare le condizioni per sviluppare l’economia. Cosa che, invece, non starebbe avvenendo. Giancarlo Giorgetti punta il dito contro l’eurojihad dei tassi e afferma: “In questa guerra per contrastare l’inflazione, a cominciare dalla Germania ma inevitabilmente poi questa onda arriverà anche all’Italia pagheremo un prezzo in termini di potenziale di crescita che non sarà banale”. Il ministro ha poi aggiunto: “È una fase in cui credo tutti quanti, le politiche fiscali da un lato e quelle monetarie devono dosare con attenzione i tipi di intervento altrimenti il miraggio della crescita sarà rinviato a data da destinarsi”. Sui fatti di casa nostra, il titolare del Mef afferma: “La performance dell’economia italiana dipende soprattutto da come l’economia italiana è fatta, in realtà questa rete di piccole e medie aziende molto capaci di rispondere alle sfide ci ha aiutato molto di più rispetto ad altri. È chiaro che se si ferma la Germania le conseguenze per la nostra industria sono inevitabili e quindi speriamo che compensi il settore dei servizi, il turismo e non solo”.

Infine l’ultima stoccata ai falchi che volano sui cieli di Francoforte: “Bisogna volerla la crescita viviamo tempi non normali, dopo il Covid, la guerra e le conseguenze economiche della guerra ma anche un progressivo contesto di de-globalizzazione. L’aumento di talune categorie di prezzi dipende anche da questa frammentazione. Se per combattere l’inflazione devo indurre la recessione con una politica monetaria sempre più restrittiva io alla recessione ci arrivo e magari debello anche inflazione anche se questa non deriva solo dal surriscaldamento dell’economia”.


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