Politica

Anche Atreju per il Pd diventa teatro della discordia

di Edoardo Sirignano -

SEBASTIANO NELLO MUSUMECI MINISTRO MICHELE EMILIANO PRESIDENTE REGIONE PUGLIA


Anche Atreju per il Pd si trasforma nel teatro della discordia. A gettare benzina sul fuoco, stavolta, è il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che da tempo sfrutta ogni occasione possibile per far sentire il suo peso al Nazareno e in modo particolare su una Schlein, ormai più impegnata a fare guerre con i suoi, che con quella Giorgia che invece la snobba. Secondo indiscrezioni, già avrebbe scelto Conte, come suo avversario. Gli ultimi giochini sul Mef valgono più di mille parole.

Ecco perché il governatore pugliese, appena, trova un microfono disponibile non rinuncia a scagliare dardi verso il solito Pd e Atreju, da convention della destra, per qualche minuto appare quasi un mini congresso dei rossi. “Sono un vecchio comunista, ma alla festa di FdI rispondo sempre presente”. Un modo gentile per far sembrare Elly come la bambina indifesa che scappa al suono del primo petardo.

Lo stesso Bertinotti, d’altronde, su queste colonne, ha capito spiegato come i veri compagni, anche quando era il dibattito era più acceso, non hanno mai rinunciato al confronto con l’avversario. Come dice, a chiare lettere Emiliano, si è sempre avvertita l’esigenza “di uscire dalla zona comoda”. Per la segretaria, dunque, viene persa un’occasione. Pur non potendo ottenere consensi ad Atreju, Schlein, in questo modo, si sarebbe candidata a tutti gli effetti come la sfidante. La politica, come il calcio, d’altronde, insegna che pure la migliore squadra, senza una sconfitta in trasferta o in casa dell’avversario, difficilmente riesce ad avere la scossa che poi permette di guadagnare posizioni in classifica.

Una cosa è certa, la maggioranza, grazie ad Atreju, non solo ha serrato le fila, ma a causa del disimpegno avversario, si è scelto anche il nemico più comodo, si chiami Emiliano, Matteo Renzi o pinco pallino.  


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