Il quadro generale è penoso. L'interesse generale non è una priorità
epa11955083 Ursula von der Leyen, European Commission President, speaks during a debate on 'European Council meetings and European Security' at the European Parliament in Strasbourg, France, 11 March 2025. The EU Parliament's session runs from 10 till 13 March 2025. EPA/RONALD WITTEK
La plenaria del Parlamento Europeo, a Strasburgo, ha respinto entrambe le mozioni di censura nei confronti della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, suggellando la settimana europea dell’autoconservazione, iniziata con il salvataggio dell’immunità dell’eurodeputata di Avs Ilaria Salis.
Prevalgono i difensori degli equilibri attuali
La mozione del gruppo PfE (Patrioti per l’Europa) ha ottenuto 179 voti a favore, 378 voti contrari e 37 astensioni. Quella della Left (Sinistra) ha raccolto 133 voti favorevoli, 383 contrari e 78 astensioni. Tre mesi fa, la mozione di censura presentata da Gheorghe Piperea dell’Aur rumeno, del gruppo Ecr, era stata bocciata con 175 voti a favore, 360 contrari e 18 astensioni.
In entrambi i casi il numero dei voti contrari è più del doppio di quelli favorevoli e sono aumentate le astensioni, forme larvate di consenso all’Europa della guerra e dell’austerità. Ursula von der Leyen è la presidente del pessimo accordo sui dazi con Donald Trump, del controverso Mercosur, del disastroso piano di riarmo, dell’inerzia sul genocidio a Gaza e del bellicismo sull’Ucraina.
“Apprezzo profondamente il forte sostegno ricevuto oggi”, ha commentato von der Leyen in un post sui social. “La Commissione continuerà a lavorare a stretto contatto con il Parlamento europeo per affrontare le sfide dell’Europa. E insieme otterremo risultati concreti per tutti i cittadini europei. Uniti per la nostra gente, i nostri valori e il nostro futuro”, ha aggiunto la presidente dell’esecutivo Ue.
Gli intrecci nei gruppi
Dinamiche nazionali e di “famiglia” si sono incontrate e scontrate all’interno quadro politico italiano. Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo si è astenuto sulla mozione di censura contro la Commissione Europea presentata dai Patrioti per l’Europa, mentre ha votato contro quella della Left. Astenuti su entrambi i testi gli eurodeputati indipendenti del Pd Cecilia Strada e Marco Tarquinio, invece il grosso dell’S&D, incluso il resto dei “dem”, ha fatto la doppietta di voti contrari. Quasi tutto il Ppe si è opposto sia all’uno che all’altro, fatta eccezione per un manipolo di Républicains francesi che hanno appoggiato quella dei Patrioti. Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, ha votato a favore della mozione di censura della Left, a differenza del resto della delegazione leghista, che si è astenuta.
L’Ecr, che ha lasciato libertà di voto, si è spaccato in tre su entrambe le mozioni. I Patrioti hanno appoggiato in massa la propria mozione e, per la maggior parte, si sono astenuti su quella della Left. I Verdi hanno votato contro quella della destra estrema e si sono divisi su quella della sinistra.
La faida nel campo largo italiano
Un caso a parte è costituito dall’area riformista del Pd, che chiede un chiarimento. “Votano con chi, fino a ieri, avrebbe visto volentieri in catene la loro stessa collega di gruppo, Ilaria Salis. Chiedo ancora una volta a tutti i leader del campo largo: pensate veramente che sia possibile costruire un’alleanza solida, credibile e vincente in Italia se in Europa Conte decide di parlare la stessa lingua di Vannacci?”, ha scritto la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno.
A Bruxelles regna il sospetto. La Commissione europea ha fatto sapere di aver preso atto dei resoconti secondo cui agenti dell’intelligence ungherese avrebbero infiltrato l’istituzione europea e condotto operazioni di spionaggio, e costituirà un gruppo al suo interno per esaminare le accuse.