Ambiente

Azzorre, da onde della tragedia a mare di meraviglia

di Giada Balloch -


Laddove un tempo regnava la caccia spietata, oggi le Azzorre trasformano le onde della tragedia in un mare di meraviglia. Dagli arpioni alle macchine fotografiche. La storia riscritta sulle pagine dell’oceano che ci porta in un viaggio dalle baleniere alla salvaguardia. L’arcipelago portoghese è situato nel bel mezzo dell’oceano atlantico ed è composto da un gruppo di 9 incantevoli isole. Rapiscono i cuori dei viaggiatori con la loro bellezza naturale mozzafiato. Tuttavia le Azzorre sono a lungo state associate all’industria baleniera. Per più di un secolo qualsiasi genere di balena veniva inseguita e uccisa per ottenere olio, carne ed ossa. Questa pratica brutale consisteva nel lancio di più arpioni lungo il corpo dell’animale, inevitabilmente costretto ad una lenta morte. Venivano lasciate per ore attaccate alla barca a dissanguarsi. La storica caccia ha avuto un impatto negativo significativo sugli ecosistemi marini e sulla popolazione dei cetacei. Ad oggi, con l’avvento della sensibilizzazione ambientale e dell’importanza della conservazione della vita marina, queste meraviglie vulcaniche hanno intrapreso e concluso un percorso di cambiamento. Una trasformazione straordinaria nel corso degli anni. Sono passate dal massacro all’essere il cuore della loro osservazione: il whale watching.

Negli ultimi decenni, questa transizione è stata guidata dalla crescente consapevolezza e bisogno di preservare gli abitanti dell’oceano ad ogni costo e di valorizzarne l’habitat. Nel 2023 sono la meta più famosa per vedere le balene, nonché uno dei principali luoghi al mondo per osservarle in modo sostenibile. Il whale watching è diventato un pilastro importante dell’industria turistica delle Azzorre. I visitatori da tutto il mondo giungono in queste isole per avere l’opportunità unica di osservare le balene nel loro ambiente naturale. Questo ha portato a un aumento delle entrate per le imprese locali. Le autorità locali hanno inoltre implementato misure per limitare il disturbo agli animali, stabilendo aree designate per l’avvistamento e imponendo restrizioni sul nuoto con questo giganti, il numero di imbarcazioni in mare e la distanza di sicurezza da mantenere per garantire che l’arcipelago rimanga un rifugio sicuro. Molti biologi marini ogni anno si recano sulle varie isole, particolarmente su Sao Miguel, Pico e Faial per raccogliere dati e condurre ricerche sulle abitudini e le rotte di migrazione. Il motivo? È possibile avvistare ben 24 specie diverse di cetacei nelle acque portoghesi, un numero impressionante considerando che al mondo ne esistono solamente 81, divisi a loro volta in due categorie. Gli odontoceti sono i mammiferi marini che possiedono denti mentre i misticeti sono quelli che hanno al loro posto delle lamine chiamati fanoni, tramite cui filtrano il cibo. In seguito al passaggio a questa pratica, si è verificato un forte impatto positivo sull’ecosistema marino delle Azzorre.

Infatti, come gli squali e i delfini, anche le balene svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio della catena alimentare oceanica. Riducendone la popolazione, si riduce anche il benessere generale della fauna. La svolta totale avviene nel 1979 quando il Portogallo firma per preservare le specie in pericolo alla Convention on the Conservation of European Wildlife and Natural Habitats a Berne. In seguito nel 1986 entra finalmente nel Moratorium of the International Whaling Commission, rendendo la cattura di qualsiasi cetaceo illegale. La loro trasformazione rappresenta un’ispirazione ed un esempio di come sia possibile cambiare la mentalità e le pratiche per preservare la natura. Questa transizione ha dimostrato che l’ecoturismo e la conservazione possono andare di pari passo e beneficiare sia gli animali che gli esseri umani. Le Azzorre rimangono un faro di speranza, un modello per altre destinazioni che aspirano ad un futuro in armonia con la natura.


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