Economia

Balneari vs consumatori, lo scontro delle spiagge deserte

Assobalneari: "C'è gente solo la domenica". Codacons replica: "Lacrime di coccodrillo", l'Unc: "La legge del contrappasso"

di Giovanni Vasso -


Gli operatori balneari si lamentano perché le spiagge non si riempiono (anche) durante la settimana, i consumatori tirano loro le orecchie. Il botta e risposta tra Assobalneari e le organizzazioni dei consumatori sul trend dell’estate. Le famiglie, tra impegni lavorativi e ristrettezze economiche, fanno meno gite al mare, rimandando tutto alla domenica. Gli stabilimenti balneari accusano il colpo e i consumatori li bacchettano: “La legge del contrappasso”.

Balneari vs consumatori

Il match dell’estate è stato innescato da una nota di Assobalneari. La sigla che riunisce i gestori degli stabilimenti ha denunciato un’estate a rilento: “È ormai evidente lungo tutta la costa italiana: le spiagge sono affollate soltanto la domenica, mentre per il resto della settimana risultano spesso semideserte. Un segnale chiaro che conferma il difficile momento economico che vivono le famiglie italiane e il calo generalizzato del turismo, anche straniero”. Per i balneari è colpa delle ristrettezze economiche: “Secondo una stima condivisa da molti operatori del settore – spiega – la stagione balneare 2025 sta registrando una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti, sia in termini di presenze che di consumi”, ha detto il presidente Assobalneari Fabrizio Licordari. Che ha aggiunto: “L’unica giornata che registra afflusso è la domenica, dove si concentra un turismo mordi e fuggi che non riesce a sostenere economicamente il settore. Il fenomeno è figlio di una condizione economica molto critica. Il caro vita, tra bollette, affitti, carburante, mutui, generi alimentari, colpisce direttamente il potere d’acquisto delle famiglie”. E ancora: “Anche in presenza di due stipendi, molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese. In queste condizioni, è naturale che le prime spese a essere ridotte siano quelle per svago, divertimento e vacanze. E anche il turismo straniero, soprattutto europeo, sta rallentando, influenzato da uno scenario internazionale instabile, con due conflitti in corso, nuove tensioni commerciali e incertezze economiche che riducono la propensione a viaggiare”.

“La legge del contrappasso”

L’Unione nazionale dei consumatori non condivide del tutto la lettura dei balneari. E con il presidente Massimiliano Dona passa all’attacco: “Secondo Assobalneari, le spiagge sono affollate soltanto la domenica, mentre per il resto della settimana risultano spesso semideserte. È la legge del contrappasso! Tra le ragioni della mancanza di turisti, infatti, c’è anche quella del caro spiaggia”. E continua: “Certo, la ragione principale è quella del carovita in generale, che ha colpito soprattutto le spese obbligate. Ovvio che se per mangiare e bere, dati i prezzi dei prodotti alimentari decollati a luglio del 4,1%, oggi una famiglia media spende 259 euro in più su base annua, mentre gli stipendi sono rimasti al palo, difficile che poi resti qualcosa per le spese voluttuarie. Ricordiamo che secondo l’Istat il 32,3% della famiglie non può permettersi una settimana di ferie in un anno”. Quindi Dona conclude: “Ma anche il caro vacanze ha contribuito a ridurre l’affollamento degli stabilimenti balneari o a cercare spiagge libere invece che a pagamento. Gli stabilimenti balneari, piscine e palestre a luglio sono rincarati in appena un mese del 3,7%, collocandosi al sesto posto della top ten dei rialzi congiunturali. Un dato che va di pari passo con i rialzi dei villaggi vacanza, +15,7% o dei pacchetti vacanza, al primo posto con un astronomico +16,1%”.

I conti del Codacons: “Lacrime di coccodrillo”

Il Codacons fa i conti e richiama i balneari alle loro responsabilità: “Sulle spiagge vuote registrate a luglio in Italia assistiamo in queste ore a lacrime di coccodrillo da parte dei gestori degli stabilimenti balneari”. E quindi i consumatori snocciolano le cifre: “Come ci dice l’Istat, dal 2019 ad oggi le tariffe dei servizi quali lidi e piscine sono aumentate complessivamente del 32,7%, rendendo una giornata al mare sempre più un salasso per le famiglie, al punto che molte, come dimostrano i dati dei balneari, rinunciano del tutto alle spiagge a pagamento”. Ma non basta, perché i consumatori fanno una carrellata di prezzi e proposte commerciali: “E per capire i livelli record raggiunti dai lidi ubicati sul nostro territorio, basti pensare che per la tenda imperiale del Twiga in Versilia la spesa raggiunge i 1.500 euro al giorno, 600 euro la tenda normale. Al Cinque Vele Beach Club di Pescoluse (Le) chi prenota oggi per la data del 16 agosto presso la zona exclusive spende 940 euro optando per la formula con possibilità di rimborso se si annulla la prenotazione entro 30 giorni dall’arrivo. All’Augustus Hotel di Forte dei Marmi la spesa per una postazione davanti al mare ad agosto è di 560 euro al giorno, e da diritto a 2 lettini singoli, uno matrimoniale, 2 sdraio, teli e cassaforte”. Finita qui? Macché: “Al Nikki Beach Costa Smeralda la formula Letto da spiaggia + divanò (lettini da spiaggia matrimoniali con un divano a due posti e un ombrellone) costa 550 euro al giorno, e include un credito di 230 euro utilizzabile sul menu (ma con servizio di bottiglia ridotto); 450 euro la cabana sulla spiaggia, 400 euro due lettini e ombrellone, tutti con credito da 230 euro incluso. Per una giornata al mare nella spiaggia del prestigioso Hotel Excelsior del Lido di Venezia, la spesa per una capanna in prima fila è di 515 euro con 2 sdraio, lettino con materasso, tavolo con posti a sedere e altri benefit”.


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