Bambini che fanno da soli, da Mugnano al Senegal
Il caso del piccolo orfano del Napoletano, le comunità africane ogni giorno al lavoro
(Fonte: Instagram)
Bambini che fanno da soli: belle storie, da Mugnano al Senegal e altrove nel mondo.
Bambini che fanno da soli
Alessio ha undici anni e vive a Mugnano, un Comune dell’area nord di Napoli. Le cronache delle scorse ore hanno raccontato che si era piazzato fuori a un negozio di giocattoli, in mano qualche libro vecchio e i suoi disegni fatti a mano. Voleva racimolare i soldi necessari per comprare un regalo di Natale alla sorellina più piccola: i due bambini non hanno più la madre.
Alessio non si era messo a chiedere l’elemosina per strada come tanti altri. Voleva arrangiarsi da solo. Il commerciante ha chiamato i carabinieri, in caserma era già arrivato il padre per denunciare la scomparsa del figlio. I militari della pattuglia intervenuta non ci hanno pensato due volte e hanno deciso di acquistare loro due regali di Natale per Alessio e la sua sorellina. Un intervento discreto che ha funzionato.
L’infanzia che non viene raccontata
Una vicenda che squarcia il velo su un pezzo di infanzia italiana raccontato poco e di fretta. I dati Istat sono impietosi: circa 1,3 milioni di minori vivono in condizioni di povertà assoluta, pari al 13,8% del totale dei bambini italiani, mentre il 26,7% dell’intera popolazione minorile rischia povertà o esclusione sociale, con percentuali che schizzano oltre il 30% al Sud e nelle Isole dove la crisi morde di più.
La scuola di Niaga
A migliaia di chilometri da Mugnano, nel villaggio di Niaga della provincia di Dakar in Senegal, l’associazione catalana Base-A di Barcellona sta erigendo una scuola primaria completamente ecosostenibile destinata a cambiare la vita di centinaia di bambini.
La struttura prevede 12 aule luminose più spazi comuni polivalenti per accogliere oltre 600 alunni, costruita con mattoni di terra locale pressata e tecniche bioclimatiche che sfruttano la ventilazione naturale e l’ombreggiamento passivo per combattere il caldo torrido. La comunità del villaggio martella e trasporta materiali fianco a fianco con i volontari arrivati da Europa, Stati Uniti e Asia – tra loro, anche un’italiana -, in un cantiere che diventa scuola di mestieri per padri e madri.
L’obiettivo del progetto taglia dritto al cuore del problema: garantire accesso stabile all’istruzione di base, ridurre drasticamente l’abbandono scolastico che qui supera il 40%, offrire agli alunni ambienti dignitosi e salubri. La partecipazione diretta della comunità non solo accelera i lavori ma genera competenze professionali locali.
Buone notizie dal mondo
Altrove nel mondo i risultati si ripetono con numeri alla mano. In Africa occidentale programmi sanitari mirati assicurano cure di base: la mortalità infantile è crollata del 20% in appena cinque anni, con un aumento del 15% della frequenza scolastica grazie a bimbi più sani. In India archivi digitali sulla salute minorile mappano in tempo reale carenze nutrizionali e malattie per interventi preventivi rapidissimi che salvano migliaia di vite ogni anno.
Da Mugnano a Niaga un pattern cristallino: bambini e comunità colmano i vuoti lasciati da sistemi troppo lenti con azioni dirette e misurabili. Risultati secchi e tangibili, senza bisogno di eroi da copertina. Storie che fotografano per una volta la resilienza quotidiana di un’infanzia che non aspetta salvatori ma si rimbocca le maniche.
Torna alle notizie in home