Esteri

Bergoglio spiazza il “partito della guerra” sull’Ucraina

di Ernesto Ferrante -


Le parole pronunciate da Papa Francesco nel corso di un’intervista con la Radiotelevisione svizzera, hanno fatto storcere il naso ai rappresentanti del “partito della guerra”, particolarmente attivi e rumorosi nelle ultime settimane, soprattutto a Parigi.

Quel suo “è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare”, scatenerà le reazioni della leadership ucraina e dei falchi appollaiati a Washington, pronti a capitalizzare le conseguenze di un eventuale scontro armato con la Russia sotto le insegne della Nato, per gran parte sul suolo europeo. Bergoglio è andato oltre il semplice auspicio, indicando anche il possibile “mediatore”: “La Turchia, si è offerta. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.

La “designazione” turca, spiazzante se si considerano anche solo semplicemente le differenze da un punto di vista religioso, non è casuale. Proprio ieri sera, infatti, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto all’omologo ucraino Volodymyr Zelensky che la Turchia è pronta ad ospitare negoziati di pace tra le delegazioni di Kiev e Mosca.

“Siamo pronti ad ospitare un vertice a cui può partecipare anche la Russia”, ha affermato Erdogan durante una conferenza stampa congiunta con Zelensky a Istanbul, trasmessa dalla tv di Stato turca Trt. Il leader turco ha anche ribadito che Ankara è disposta a sostenere un rilancio dell’accordo sul grano che “ha impedito una crisi alimentare globale”.

Chiusura netta di Zelensky, rispetto alla formula prospettata: “Non vediamo come sia possibile invitare persone che bloccano, distruggono e uccidono tutto. Vogliamo ottenere un risultato, e il risultato è una pace giusta per l’Ucraina. Pertanto, i Paesi civili svilupperanno prima un piano e solo dopo coinvolgeranno i rappresentanti della Russia che vogliono una pace giusta”.

Di avviso totalmente diverso sembrano essere altri attori “internazionali”, come dimostra la calendarizzazione di una nuova riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, che si terrà nella base aerea americana di Ramstein, nel sud-ovest della Germania, il prossimo 19 marzo.

Su invito del segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, si vedranno i vertici della Difesa dei 56 Paesi che compongono l’alleanza, costituita con l’obiettivo di coordinare gli aiuti militari alle forze ucraine. Il Gruppo di Contatto comprende i 32 Paesi Nato, compresa la Svezia, più 24 Stati che hanno preso posizione contro la Russia.

Più armi, di qualsiasi tipo, vuole il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. “La strategia di far arrivare gli aiuti all’Ucraina goccia a goccia non funziona più”, ha osservato Kuleba a Vilnius dopo un incontro con i ministri degli Esteri di Francia e delle Repubbliche baltiche. “Ciò che è necessario è una fornitura illimitata e tempestiva di tutti i tipi di armi e munizioni per garantire che l’Ucraina batta la Russia e che la guerra in Europa non si estenda. Dobbiamo accettare come una nuova realtà il fatto che l’era della pace in Europa è finita”, ha proseguito il ministro. L’esatto contrario della direzione prospettata da Papa Francesco.

Il segretario del Consiglio ucraino per la sicurezza e la difesa nazionale, Alexei Danilov, ha sposato la “linea Macron”, ammettendo la possibilità che l’Occidente inizi ad aiutare l’Ucraina non solo con le armi, ma anche mediante l’invio di truppe di terra.

“Non escludiamo assolutamente la comparsa di alcune unità militari di altri Paesi sul nostro territorio se prendono una decisione adeguata”, ha affermato Danilov, spiegando che si tratta di una questione delicata e dunque soggetta a riservatezza.

Nelle scorse ore il ministero della Difesa della Federazione Russa ha reso noto che i missili Iskander-M russi avevano colpito sistemi di contraerea S-300 in dotazione alle forze ucraine, nella regione di Donetsk. In un successivo aggiornamento, una fonte della sicurezza russa ha chiarito che da “un’analisi del video del controllo obiettivo, sono giunti alla conclusione che nel filmato due dei tre veicoli distrutti sono sistemi di difesa aerea Patriot”, forniti agli ucraini dagli Stati Uniti d’America.

Oltreoceano si pensa di nuovo alla guerra nucleare. Alla fine del 2022, gli Stati Uniti hanno iniziato a “prepararsi rigorosamente” per un potenziale attacco russo all’Ucraina con un’arma nucleare. Lo riporta la Cnn, citando due alti funzionari dell’amministrazione Biden. Il giornalista della Cnn, Jim Sciutto, nel suo nuovo libro intitolato “The Return of Great Powers”, in uscita il 12 marzo, rivela dettagli esclusivi sul livello senza precedenti della pianificazione di emergenza effettuata.


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