IL CARRELLO DELLA SPESA – Lotta ai call center selvaggi, come difendersi dal rischio truffe
L’Agcom dichiara guerra al telemarketing aggressivo, ai call center selvaggi, mentre l’Antitrust insieme alla Guardia di Finanza punta a fare piazza del fenomeno, ancora più odioso, dello spoofing. La speranza, che sia veramente la volta buona, è l’ultima a morire. Da anni gli italiani combattono una guerra (persa?) contro i call center molesti, contro i numeri sconosciuti che ci tempestano di chiamate a ogni ora del giorno e della notte, contro i bot telefonici che ci tampinano con offerte truffaldine tentano di spillarci quei quattro spicci che ci son rimasti. Dopo aver archiviato (fu vera gloria? No) il registro delle opposizioni, l’autorità garante per le comunicazioni ha varato un nuovo regolamento per il telemarketing e per la variante del teleselling. Prima regola: sarà illegale utilizzare numeri di telefono inesistenti o non registrati allo scopo di impedirne l’identificazione. In pratica, stop all’odiatissimo spoofing. Va da sé che sarà (ancora) più vietato spacciarsi per forze dell’ordine o istituti bancari, condizione prodromica alle truffe in fin troppo casi. Ma non è tutto. C’è una seconda regola: blocco per le chiamate dall’estero che si spacciano, invece, come effettuate da numeri italiani. La delibera Agcom, quindi, prevede l’obbligo, che graverà in capo agli operatori nazionali della telefonia che ricevono chiamate consegnate da operatori esteri, di bloccare e non “consegnare” in Italia le chiamate con numero fisso italiano e quelle con numero mobile italiane. Unica eccezione possibile, l’utente che si trovi davvero all’estero, magari in viaggio di piacere, e sia effettivamente collegato in roaming. Basterà? Gli italiani sperano di sì perché di truffe vie telefono ma anche solo di chiamate moleste non se ne può più. Le speranze più grandi, però, sono racchiuse non tanto nel regolamento licenziato nelle scorse settimane quanto nel nuovo filtro anti-spoofing presentato proprio dall’Agcom. Una mossa, questa, approvata anche (o forse soprattutto) dagli operatori onesti che si ritrovano a dover lavorare in un clima di (comprensibilissima) sfiducia da parte dei cittadini che ricevono le chiamate.
E mentre l’Agcom ricostruisce un’architettura normativa e strumentale per combattere gli abusi e le illegalità, l’autorità garante Antitrust ha iniziato ad aprire istruttorie su istruttorie a carico delle aziende ritenute responsabili di comportamenti border-line. Finora son sette i provvedimenti che sono stati aperti dall’Agcm e riguardano tre società operanti nel settore delle telecomunicazioni e altre quattro che, invece, lavorano nell’energia. Quanto (finora) acclarato dall’Antitrust e dalle indagini dei militari della Guardia di Finanza di Napoli e Caserta è lo specchio della scorrettezza: i call center coinvolti, difatti, “avrebbero contattato i consumatori proponendo l’attivazione di contratti di energia e di telefonia, sulla base di informazioni ingannevoli circa l’identità del chiamante, l’oggetto della telefonata, la convenienza economica delle offerte commerciali proposte”. Per dare più solidità alla loro pretesa identità “spesso sarebbero state usate numerazioni camuffate con la tecnica del cosiddetto Cli spoofing che consente di manipolare l’identificativo del numero di telefono”. I consumatori applaudono e si attendono buone notizie dal fronte della lunga, e defatigante, guerra contro il telemarketing selvaggio.
Intanto dai consumatori dell’Udicon arrivano cinque consigli per non cadere vittime delle trappole al telefono. Innanzitutto occorre iscriversi al registro delle opposizioni. Poi evitare, sempre, di richiamare i numeri sconosciuti. In caso di chiamata muta, meglio sarebbe bloccare e segnalare il numero come spam. Buona norma, inoltre, è l’attivazione del filtro antispam sullo smartphone. Inoltre Udicon raccomanda di usare molta attenzione anche alle chiamate con numero in chiaro (potrebbe essere falso grazie all’uso dello spoofing) e di non fornire a nessuno i propri dati personali. Potrebbe essere utile dare un’occhiata ai siti messi a disposizione dalle autorità garanti come Difenditicosì di Antitrust e Arera per ricavare consigli utili per affrontare il fenomeno delle vendite aggressive.
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