Attualità

Carceri, il suicidio di Stefano fa rumore

Aperta un'inchiesta: per il sindacato di polizia penitenziaria "una tragedia annunciata" per un'emergenza scandalosa

di Angelo Vitale -


Carceri, i suicidi che sono un quotidiano scandalo. La Procura della Repubblica di Messina ha disposto l’autopsia sulla salma di Stefano Argentino, reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella avvenuto a Messina il 31 marzo scorso e suicidatosi mercoledì nel carcere cittadino.

Un suicidio che fa rumore, in un’estate arroventata non solo dalla calura estiva ma per la situazione emergenziale delle carceri.

Aperta un’inchiesta sul suicidio di Stefano

L’obiettivo dell’inchiesta, chiarire le dinamiche del suicidio e indagare sul declassamento della sorveglianza che aveva subito pochi giorni prima. Il suo avvocato, Giuseppe Cultrera, ha denunciato che Argentino era mentalmente fragile – aveva subito manifestato la volontà di farla finita – e che aveva richiesto una perizia psichiatrica che però gli era stata negata dal Giudice per le indagini preliminari.

Il legale ritiene che lo Stato abbia responsabilità nella morte e ha affermato: “Sara è stata uccisa, Stefano si è tolto la vita e l’unica responsabilità è dello Stato”.

Le reazioni della famiglia di Sara

La famiglia di Sara Campanella ha espresso dolore e annunciato che la battaglia per la giustizia non si fermerà. La madre di Sara, tramite il proprio legale, ha definito la situazione drammatica ma ha rifiutato di trarre sollievo dal suicidio di Argentino – il regime di stretta sorveglianza era stato allentato solo 15 giorni prima del suo gesto -, sottolineando il lutto delle due famiglie distrutte e la necessità di interrogarsi sulla responsabilità sociale nell’assistenza a giovani con disagio psicologico.

Le carceri scoppiano, la protesta del sindacato di polizia penitenziaria

Critiche sono arrivate anche dal sindacato di polizia penitenziaria, che ha definito la morte come una “tragedia annunciata”, denunciando il fallimento delle misure di prevenzione del suicidio nel carcere e la mancanza di adeguati supporti psicologici in un sistema sovraffollato e sottofinanziato. Antigone, lo scorso 24 luglio, contava 45 suicidi in carcere, 6 nel solo mese di luglio.


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