Tutti gli aumenti prima di Natale. Furia Codacons: "Servono misure strutturali"
Caro voli, ancora e il Codacons s’infuria. E dice, un report di Anas che, nel weekend lungo dell’Immacolata, si registreranno saranno ben 31,4 milioni tra viaggi, spostamenti e gite in auto. Per forza: mentre il prezzo della benzina e del diesel continua a calare (poco) a fronte del crollo del costo del petrolio, i biglietti aerei si sono letteralmente impennati. Anzi, sono decollati, prendendo il volo. Verso l’infinito e oltre. Rispettando, così, una (poco) simpatica tradizione che anticipa il Natale, ma pure la Pasqua, l’estate e tutte le altre feste comandante degli italiani. I trasporti costano, letteralmente, un occhio della testa. E tornare a casa per chi lavora un anno intero fuori diventa una missione a dir poco impossibile.
Caro voli: i conti Codacons
Già, perché i consumatori hanno fatto i conti. Che hanno restituito rincari talmente alti da risultare incredibili. In alcuni casi, sfiorerebbero addirittura le quattro cifre. Sissignori. Lo ha denunciato il Codacons, l’ha confermato il centro studi turistici di Firenze per Assoturismo-Confesercenti. Volare da una parte all’altra dell’Italia, a dicembre, costa più di un volo intercontinentale. E i prezzi, rispetto alle tariffe base, sono schizzati fino al 900 per cento. È il caso, segnalato da Codacons, della tratta aerea Milano-Palermo. I consumatori hanno provato ad acquistare un biglietto per il 23 dicembre, in pieno periodo natalizio, e un altro per il 13 gennaio, subito dopo la fine delle feste.
I prezzi che prendono il volo
La sproporzione è tanto vistosa da far sembrare i rincari di cioccolata e caffé uno scherzo, un paradosso. A Natale si pagano 170 euro per un volo che, dopo le vacanze, ne costerebbe appena 17. Il 900% in più. Ma non basta. Da Milano a Catania, spiegano dal Codacons, il biglietto del 23 dicembre costa 178 euro, il 790% in più rispetto ai 20 euro del 13 gennaio. Costa il 758 per cento in più, inoltre, il prezzo della tratta Roma-Catania nelle stesse date (da 17 a 146 euro), +616% quello della Roma-Palermo (da 18 a 129 euro), mentre sale del +350% la tariffa del volo Milano-Cagliari (da 18 a 81 euro). Da Roma a Cagliari l’aumento del biglietto rispetto alle tariffe di gennaio è del +182%. Un’inezia, verrebbe da dire.
Una raffica di ricorsi
Il Codacons, che come gli utenti inferociti non l’ha presa di certo a ridere, ha sparato fin da subito una raffica di ricorsi: all’Antitrust, al Ministero dei Trasporti, all’Enac. Qualcuno dovrà pur rispondere. Non se ne può più di pagare una “tassa” di Natale per i voli. La risposta, per il Codacons, è un’azione strutturale che coinvolga la Sicilia. Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons, ha tuonato: “Ogni anno assistiamo allo stesso copione: sotto Natale i prezzi schizzano verso l’alto, mentre a gennaio crollano ai minimi. È un andamento che non può essere liquidato come semplice stagionalità e che merita un’analisi rigorosa da parte delle autorità competenti”.
“Per la Sicilia misure strutturali”
Quindi la proposta che riguarda “l’apertura di un tavolo tecnico permanente tra Ministero dei Trasporti, Enac, Antitrust e Regione Siciliana, con il compito di monitorare con continuità l’andamento delle tariffe sulle tratte da e per l’Isola, garantire maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi e rafforzare gli strumenti di vigilanza contro eventuali variazioni anomale”. Per i consumatori “si tratta di misure pienamente compatibili con la normativa vigente e già utilizzate in altri settori caratterizzati da condizioni di svantaggio per gli utenti”. Intanto, agli italiani, non resta la macchina. Almeno per ora. Ammesso e non concesso che si risparmi sul serio almeno di fronte al caro voli. Ma questa del prezzo dei carburanti che rimane altino nonostante il petrolio sia ai minimi, è un’altra storia.