Auto per formaggi, il carosello dazi tra Ue e Cina
Intanto gli Stati Uniti pronti a stangare i chip cinesi ma dal 2027
Straziami, ma di dazi saziami: riprende il carosello delle tariffe. E se i cinesi si preparano a stangare la produzione casearia europea, lasciando per terra (anche) quintali e quintali di latte, gli americani sono già pronti a stangare i semiconduttori asiatici. Ma non subito, però. Non se ne parla prima del mese di giugno del 2027. Dalla Casa Bianca è arrivato l’annuncio che ha fatto seguito all’ennesima inchiesta anti-trust proprio sui chip cinesi. Un provvedimento, questo, che era stato già avviato all’epoca dell’amministrazione Biden. A conferma, per i più distratti, che cambiano le presidenze, volano gli stracci ma, di fondo, le linee guida della politica geopolitica Usa restano sostanzialmente le stesse.
Il carosello dei dazi
L’ipotesi è che si possano imporre dazi dal 23 giugno 2027. Una “minaccia” che darà a Trump l’agio di continuare le sue trattative col presidente cinese Xi Jinping in una posizione di (ulteriore) forza. Ma chi, invece, fa professione di debolezza è l’Europa. “Ci faremo sentire”, aveva promesso un portavoce della Commissione. Ieri, però, a udirsi sono stati gli alti lai del comparto lattiero caseario di tutta Europa. Che, dalle tariffe monstre (fino al 42,7%), rischia di non uscirne per nulla bene. Coldiretti ha già fatto i conti. Le vendite di formaggi italiani, in Cina, sono triplicate negli ultimi tre anni. Oggi valgono da sole circa 71 milioni di euro. Va da sé che, se sulle nostre eccellenze casearie fossero imposti i dazi, il mercato si ridurrebbe. Lasciando spazio alle imitazioni che non mancano mai.
Auto elettriche per i formaggi
Piuttosto che il buzzo duro, Bruxelles sembra essersi convinta a trattare con Pechino. La discussione, come ha affermato l’altra sera il portavoce Olof Gill, è ancora “a livello di esperti”. Ma punta a restituire una soluzione capace di salvare la capra dei commerci internazionali e i cavoli dell’automotive europeo in crisi. In pratica, l’Ue potrebbe pensare a un dietrofront rispetto ai dazi sulle auto elettriche purché le imprese asiatiche si convincano a modificare il proprio listino dei prezzi. “Qualsiasi impegno sui prezzi deve essere chiaramente attuabile nella pratica. La Commissione rimane aperta a esaminare e adottare una soluzione che può essere presentata congiuntamente da gruppi di aziende o da singole aziende, purché affrontino adeguatamente la questione delle sovvenzioni cinesi ingiuste”, ha affermato Gill.
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