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Chiamato in guerra, cantante russo sviene sul palco: è di origini ucraine, aveva criticato il conflitto

di Angelo Vitale -


Chiamato in guerra, il cantante russo Ivan Minaev, per i giovani amanti della musica Xolidayboy, è svenuto sul palco durante un’esibizione a Stavropol, una città della Russia sud-occidentale. Il fatto è avvenuto poche ore dopo aver ricevuto la lettera dell’esercito di Putin. Minaev è nato a Sebastopoli, in Crimea e non aveva mai nascosto le sue origini ucraine.

Il malore, sul palco della Abrikos Arena di Stavropol ove l’artista 23enne doveva tenere un concerto. Soccorso, è stato trasportato in ospedale e lì ricoverato per “un disturbo del sistema nervoso autonomo”. Era stato convocato nell’ufficio di registrazione e arruolamento ove aveva ricevuto la lettera di convocazione sul fronte. Dal suo staff sono arrivate precisazioni sul fatto che Minaev non faccia uso di sostanze stupefacenti e che non sia affetto da problemi di salute. Il ricovero, quindi, per un “comportamento depressivo” definito dai sanitari “non grave”.

Ora, la cronaca sarà interessata dallo sviluppo dei fatti. Minaev, infatti, non aveva mai nascosto la sua contrarietà al conflitto e le sue origini ucraine. Solo il mese scorso, il cantante era stato oggetto di critiche a lui indirizzate per le sue ripetute dichiarazioni filoucraine, circostanza che aveva provocato anche l’annullamento di più date dei suoi concerti ad opera delle autorità locali.

L’ultimo annullamento di data, lo scorso 27 ottobre, al club Zavarka di Mosca, rinviato a tempo indeterminato appena nove ore prima dello spettacolo. Nello stesso giorno, un precedente annullamento, per un concerto del festival New Radio Movement nel centro commerciale Three Stations Depot.

Contro l’artista chiamato in guerra erano arrivate alle autorità le prese di posizione di Ekaterina Mizulina, capo della Safe Internet League capo della Safe Internet League e figlia della parlamentare russa Elena Mizulina, che aveva presentato alle autorità una denuncia contro l’artista, esortando gli organizzatori del tour ad annullare gli spettacoli.

In risposta, la produttrice del musicista Ulyana Pocheko aveva minacciato Mizulina di azioni legali, dicendo che l’organizzazione non aveva nulla da temere.




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