Cultura & Spettacolo

Contro la tirannia dell’istante

di Angelo Vitale -


“Giudico l’utilità di un libro dal numero di pagine che sottolineo e a cui piego l’angolo. Questo libro sul pragmatismo del pensiero a lungo termine si è guadagnato più di cinquanta orecchie”. Non proprio l’ultimo degli arrivati, l’ormai 85enne Stewart Brand, creatore del Whole Earth Catalog, una sorta di Bibbia dei creativi degli anni ’70: un futurologo della prima ora. Chi scrive si augura che “Come essere un buon antenato – Pensare a lungo termine in un mondo con la memoria corta”, il libro di Roman Krznaric pubblicato da Edizioni Ambiente, si guadagni molte più orecchie da parte di ogni suo lettore. E’ un libro straordinario, perché ispira una lettura imperniata sulla meraviglia. Una lettura più avvincente di un giallo, scorrevolissima nonostante le sue 328 pagine.

Un libro ove l’autore ripete frequentemente la parola “futuro”: ne sono possessori i figli a cui lo dedica. Se ne può fare custode chiunque abbia la capacità di innamorarsi di un luogo. Dedicata al futuro anche l’intitolazione del ministero degli Emirati Arabi Uniti ove Krznaric lo ha presentato, uno tra le decine di posti ove ha incontrato persone e illustrato i temi che affronta. Partendo semmai da quella colorata ghianda che campeggia in copertina. Non un semplice gancio grafico per attirare il lettore. Non solo il seme o il frutto della quercia. Il simbolo per leggere – e rileggere – la natura umana.

Viviamo tutti in un’epoca dominata dalla tirannia dell’istante, l’autore la pensa così. Una grande bolla sospesa in cui tutto – dalle reti di comunicazioni alla finanza ad alta velocità, dai cicli politici sempre più ravvicinati alle tecnologie per comprimere spazi e tempi – è stato creato e predestinato per indurci a farci dimenticare che le nostre azioni hanno conseguenze che possono durare per centinaia di anni.

Un’ansia da prestazione continua. Un’ossessione per l’immediatezza che rischia però di costare cara a noi e ai nostri discendenti, visto che è ormai diventata strutturale fondamento delle grandi crisi della nostra era, da quella ambientale di cui tutto il pianeta parla senza porvi rimedio, a quelle sociali ed economiche che trasformano, con l’ingresso di un thank in un Paese, un intero continente, le sue speranze, le sue poche certezze.

Eppure – sostiene Krznaric, ricercatore a Oxford, indicato da The Observer come uno dei più importanti filosofi britannici del nostro tempo, membro del Club di Roma e founder del primo Empathy Museum al mondo – gli esseri umani hanno sempre saputo guardare oltre l’orizzonte temporale più ravvicinato, immaginando e pianificando le conseguenze delle proprie azioni per i secoli a venire.

Dall’antichità e da esperienze di innovazione radicale in tutto il mondo, il libro attinge linfa per raccontare com’è possibile riacquisire e rafforzare questa capacità di immaginare il futuro. Non solo: di reinventare la democrazia, la cultura e l’economia. Contribuendo così a non rinunciare all’idea di un mondo migliore per le generazioni che verranno.


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