Torino

Dona il rene al marito che cinque mesi dopo il trapianto vince la medaglia d’oro di sci

di Redazione -


La medaglia d’oro di sci è preziosa, ma più importante è quella della generosità: una l’ha vinta lui, l’altra sua moglie. In occasione dei recenti World Transplant Winter Games 2024, i Giochi Mondiali Invernali dei Trapiantati, organizzati a Bormio da ANED, si sono ritrovati da 22 Paesi, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Canada alla Finlandia, oltre 200 atleti, trapiantati di organi e di midollo osseo e donatori viventi.

E’ una storia che ha del fiabesco quella di Paolo, 49 anni: cinque mesi prima era in dialisi in una situazione ben lontana rispetto a quando era un giovane ingegnere edile, sportivo agonista di sci pieno di energie nella provincia di Cuneo. Era entrato in dialisi per una malattia renale che si portava dietro da tempo e l’attesa della lista trapianto non si prospettava breve con pochi organi per tanti pazienti in lista d’attesa e questo, nonostante l’attività trapianto di rene a Torino sia ai massimi storici: si pensi che nel 2023 sono stati effettuati 229 trapianti di rene all’ospedale Molinette, un numero mai raggiunto in Italia neanche lontanamente.

Con grande generosità (e coraggio) la signora Giulia aveva preso in pugno la situazione per cambiare in meglio il destino di suo marito e di tutta la famiglia e si era infatti subito proposta per donargli un rene. Dopo un attento periodo di analisi ed esami sia sul ricevente che sulla donatrice, giunge finalmente l’approvazione per il trapianto. La procedura avviene presso la Nefrologia Dialisi e Trapianti dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Luigi Biancone, responsabile del Programma di Trapianto Rene). Qui viene eseguito un sofisticato trattamento preventivo di “desensibilizzazione” del ricevente, mirato a prepararlo per il trapianto, nonostante la differenza nel gruppo sanguigno rispetto alla donatrice.

Dopo aver ottenuto il notevole risultato di rendere possibile il trapianto riducendo il rischio di rigetto, si è immediatamente proceduto all’intervento chirurgico, eseguito dalle équipes di chirurghi vascolari ed urologi delle Molinette, guidate rispettivamente dal dottor Aldo Verri e dal professor Paolo Gontero. Durante l’intervento l’assistenza anestesiologica è stata garantita dall’équipe del dottor Roberto Balagna.

Poi marito e moglie sono stati ricoverati presso l’unità semintensiva della Nefrologia, gestita dall’équipe nefrologica del professor Biancone. L’intero ospedale ha contribuito al successo del trapianto, dalle attività dei laboratori alle numerose unità di sangue garantite dai donatori della Banca del sangue (diretta dal dottor Marco Lorenzi) ed ai servizi di radiologia. Ci si aspettava che il trapianto avrebbe migliorato la loro salute, ma nessuno avrebbe mai immaginato un effetto così straordinario.

Sono trascorsi solo cinque mesi e il paziente ha partecipato e vinto due manches di slalom gigante, superando atleti austriaci e croati molto competitivi. Incredibile. Partecipare ad una competizione di questo genere (e vincere l’oro!) richiede una vasta gamma di risorse: velocità, precisione nei movimenti, forza muscolare, resistenza e, non da ultimo, attenzione e concentrazione. Senza questi elementi, al massimo un concorrente potrebbe facilmente rallentare o fermarsi durante la gara. Tuttavia il paziente ha dimostrato di possedere tutte queste qualità in misura straordinaria. Ma non era questione di vincere o perdere una gara: partecipare era già una vittoria in partenza.  “La potenza del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente, continua a sorprenderci”, ha commentato il professor Biancone. “In breve tempo può cancellare anni di malattia e sofferenza, come dimostra chiaramente questa notizia. Tutto ciò è reso possibile dalla generosità dei donatori, la cui donazione può salvare numerose vite”. (il Torinese.it)


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